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Ricettazione assegni rubati, estorsione e truffa: 3 misure cautelari a Roma

14 febbraio 2014 | 17.53
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Ricettazione assegni rubati, estorsione e truffa: 3 misure cautelari a Roma

Al termine di una complessa indagine, il Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ha dato esecuzione a tre misure di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma nei confronti di altrettanti appartenenti ad un'organizzazione criminale che, nell'arco di un paio di mesi tra la fine dell'anno 2011 e l'inizio del 2012, ha attuato un giro di truffe per una somma complessiva di diverse decine di migliaia di euro.

Il gruppo faceva capo a C. D., di 35 anni. Con lui, la compagna, C.L. di 29 anni e l'ex compagna, L.F. di 30 anni. I tre operavano nelle province di Roma e Latina, cedendo assegni rubati e inesigibili a fronte di acquisti o prestazioni di servizi. Tra le vittime delle truffe, liberi professionisti, ristoratori, commercianti e titolari di ditte di noleggio di auto di lusso, tra le quali Limousine e Bentley. Nei casi in cui la vittima non si fosse convinta ad accettare l'assegno, sarebbero scattate le minacce.

Un episodio è quello riguardante i titolari di una ditta di latticini di Latina e di un ristorante di Albano Laziale, che hanno ricevuto in pagamento titoli di credito falsi che facevano parte di un carnet di assegni rubato all'interno di un appartamento di Albano Laziale, adiacente proprio a quello occupato da un cugino degli arrestati. E ancora all'interno di questo appartamento si è poi consumata una truffa ai danni di un ignaro tecnico, che chiamato per riparare un'inesistente guasto alla caldaia, alla fine è stato convinto a consegnare al padrone di casa 700 euro contanti che aveva nel portafogli, in cambio di un assegno di importo maggiore, comprensivo anche del disturbo per l'intervento tecnico. Anche in questo caso l'assegno in questione è risultato essere rubato.

Tra le vittime dei raggiri e delle estorsioni anche l'avvocato di fiducia degli arrestati, che si è visto saldare il conto con un assegno inesigibile, in quanto oggetto di furto. I reati contestati sono la ricettazione di assegni postali, la truffa e l'estorsione. Nei confronti di C. D. in attuale regime di detenzione, la misura è stata notificata in carcere. Nei confronti delle due donne invece, la misura applicata è stata quella dell'obbligo di firma presso il Commissariato competente per territorio.

Sempre nell'ambito dell'attività di contrasto al reato di truffa, poi, il Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ha ottenuto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, una misura cautelare nei confronti di P. M., pugliese di 58 anni, responsabile anch'egli di una serie di truffe commesse ''piazzando'' assegni postali rubati. Nell'arco dei soli ultimi tre anni, P.M. era riuscito a ricavare svariate decine di migliaia di euro.

Per incastrarlo, gli investigatori di Viale Trastevere hanno lavorato senza sosta per quasi due anni, fino ad acquisire prove incontrovertibili della sua colpevolezza. L'indagato è poi morto, nel dicembre 2013, prima di essere raggiunto dal provvedimento emesso da Giudice per le indagini preliminari.

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