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Rigopiano, udienza rinviata alla prossima settimana

23 luglio 2021 | 10.07
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Lo sconforto dei parenti delle vittime

Adnkronos
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(dall’inviata Silvia Mancinelli) - Strage di Rigopiano e processo, ammessa l’acquisizione della documentazione prodotta dal pm e concesso dal giudice Gianluca Sarandrea il termine richiesto, è stata rinviata alla prossima settimana l’udienza per decidere sui riti alternativi degli imputati. Un’udienza "di snodo" e rapida, ha assicurato il giudice.

Tra scioperi, pandemia e rinvii, oggi al Tribunale di Pescara i parenti delle 29 vittime della valanga di Rigopiano hanno guardato con sconforto all’ennesima udienza. "Il timore - spiegavano all’Adnkronos mentre sistemavano in aula le magliette con i volti dei loro figli e fratelli - è che anche oggi ci rimandino a casa senza averci nemmeno fatto respirare una boccata di giustizia". Il processo per la strage di Rigopiano, recentemente ricongiunto nei suoi due filoni, quello principale e quello sui depistaggi, è ancora in fase preliminare. A quattro anni e mezzo dai fatti. 

Nuove produzioni documentali da parte della difesa hanno ancora una volta rinviato la pronuncia da parte del gup sui riti alternativi per gli imputati, che era attesa per oggi. Concitati gli interventi delle parti, civili e della difesa, che al giudice hanno chiesto da una parte l’accelerazione di un processo "che rischia di essere snaturato da consulenze e nuove perizie" e dall’altra il diritto dell’imputato a conoscere il compendio probatorio.

L'AVVOCATO DELLA DIRIGENTE DE CESARIS - "Il tema è l’acquisibilità o meno di alcune consulenze tecniche che abbiamo depositato la scorsa udienza. Le parti civili si sono opposte, mentre noi riteniamo siano assolutamente producibili e ammissibili. Il principio dell’udienza preliminare è che le consulenze siano acquisite e ammissibili almeno fino alla discussione: il pubblico ministero oggi ha introdotto una nuova consulenza tecnica, ovvero osservazioni sulla nostre depositate. Avendo noi intenzione di richiedere un giudizio abbreviato, chiediamo di avere il diritto di conoscere per intero il contenuto del fascicolo dell’udienza preliminare". L’avvocato Massimo Galasso, difensore della coordinatrice della Sala operativa, la dirigente Ida De Cesaris (sua la famosa telefonata ‘Stanno al caldo, aspettano’ riferita alle persone intrappolate nell’hotel Rigopiano dopo la valanga, ndr) e l'allora prefetto di Pescara, Francesco Provolo - commentava così all’Adnkronos le rimostranze rappresentate dagli avvocati delle parti civili e dei parenti delle vittime.

"Le polemiche non hanno ragione di esistere, sono da social, non possono entrare in un’aula di giustizia. Chi sceglie il ritmo delle udienze è il giudice. Questo tribunale credo abbia fatto tanto, e farà tanto, perché questo processo si concluda in tempi ragionevoli, come gli stessi imputati vogliono".

L'AVVOCATO DELLE FAMIGLIE - "In un processo come questo è evidente che i difensori degli imputati debbano esercitare il loro diritto di difesa fino in fondo. Il problema è che un processo come questo non può avere un andamento e una organizzazione come ha questo processo. Lo dico da mesi, anni. Mai come questa fase, se giochiamo a ping-pong, che ogni volta che arriviamo a un documento si deve poi dare il tempo per leggerlo, questo è un processo che per sua natura procede a rinvii di giorno in giorno", diceva all’Adnkronos l’avvocato Romolo Reboa, legale di alcune delle famiglie delle vittime di Rigopiano, commentando la nuova produzione di documenti da parte della difesa degli imputati e, con quella, il rischio di un ennesimo rinvio.

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