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Roma, Raffaele Marra all'AdnKronos: "Da Espresso livore per screditarmi, querelo"

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28 ottobre 2016 | 21.28
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Raffaele Marra, considerato fedelissimo della sindaca Virginia Raggi e oggi al centro di un articolo dell'Espresso che sarà in edicola domani, parla di "livore" nei suoi confronti, e annuncia di aver "già dato mandato ai legali per sporgere querela". In un lungo memoriale all'AdnKronos, ribatte punto per punto alle accuse mosse dall'articolo: "L'Espresso, in maniera assolutamente incomprensibile - accusa - impiega le sue migliori risorse per tentare di screditare la mia persona con un articolo a firma di Emiliano Fittipaldi nel quale viene sostanzialmente rappresentata la mia contiguità con l’Ing. Fabrizio Amore (che apprendo dall’articolo essere indagato nella vicenda "Mafia Capitale"), questa finalizzata ad un mio non chiarito beneficio ma che secondo il giornalista trarrebbe fondamento nei miei "rapporti privilegiati" con i costruttori romani".  

Dunque Marra entra nel dettaglio: "Non ho mai sottoscritto - assicura - contratti di locazione con le Società asseritamente riconducibili all’Ing. Amore; al contrario, nel luglio 2009, stante la necessità di affrontare emergenze quali l’incendio del palazzo di via Libero Leonardi e lo scoppio dello stabile di via Maestrini (quest’ultimo con morti), prendeva atto che la Protezione Civile aveva identificato per gli sfollati, tra gli altri, gli immobili dell’Ing. Amore, comunicandolo poi al Comune di Roma (Ufficio Extra Dipartimentale per le Politiche Abitative, sotto la Direzione dello scrivente); peraltro l’Ing. Amore già nel 2008 aveva manifestato la disponibilità a cedere al Comune di Roma in locazione dette strutture per un canone di 3.550.000,00 euro per gli immobili siti in via di Fioranello 186, denominati Borgo del Poggio".

Marra va avanti e si sofferma su gli altri fatti che gli vengono contestati. "Allorché - puntualizza - gli Uffici da me diretti ebbero il compito di regolamentare questo rapporto – nato da evento emergenziale – presero atto della nota datata 22/05/2009, assunta al protocollo dell’Ufficio Politiche Abitative, a firma dell’Onorevole Belviso nella sua qualità di Assessore alle Politiche Sociali, nella quale si manifestava la soddisfazione della scelta e ove i programmi economici ne dimostrassero la convenienza suggeriva di prendere in considerazione la possibilità di convenzionare l’intera struttura a carattere permanente".

"Atteso che lo scrivente aveva, come suggerisce l’articolista, una propensione spiccata ad agevolare i costruttori Romani, ritenne opportuno, viceversa - si difende Marra - disporre da un lato una convenzione di soli 3 anni e dall’altro di stimare in euro 2.600.000,00 (applicando rigorosamente i valori OMI) il canone ritenuto congruo, abbattendo così di circa 900.000,00 euro (il 30%) il canone inizialmente richiesto dall’imprenditore con le note di cui sopra". 

Marra si sofferma anche sull’acquisto dell’appartamento Enasarco di sua moglie: "Dopo averlo condotto in locazione per oltre 4 anni, è stata legittimata a godere dei medesimi sconti assicurati a tutti gli oltre 9.000 conduttori degli immobili Enasarco". Quanto alle ultime "carinerie", così le etichetta, contenute nell'articolo, "quella della croce d’argento che avrei ottenuto 'miracolosamente' rappresento che la stessa è stata concessa nel rispetto delle regole dal Comandante Generale della Guardia di Finanza. Questa è la verità documentata a disposizione del sig. Fittipaldi e dell’Espresso, il cui livore, evidentemente, gli impedisce un doveroso e sereno approfondimento dei fatti", conclude annunciando di aver dato mandato ai legali.  

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