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Sesto giorno di caccia all'uomo, continua la fuga di Igor

14 aprile 2017 | 10.44
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Budrio, il bar dove è stato ucciso Davide Fabbri (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Budrio, il bar dove è stato ucciso Davide Fabbri (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

E' iniziato il sesto giorno di caccia a Norbert Feher alias Igor Vaclavic, il killer serbo di 41 anni che ha ucciso il barista di Budrio, Davide Fabbri, e la guardia volontaria di Portomaggiore, Valerio Verri. A chiudere il cerchio investigativo sul latitante anche le prove scientifiche repertate dal Ris: il sangue dell'uomo - che corrisponde in entrambi i luoghi del delitto - e infine le impronte trovate sul Fiorino rubato, utilizzato per la fuga, che corrispondono a quelle archiviate nelle banche dati delle forze dell'ordine.

Feher forse è ferito (sul Fiorino rubato sono stati trovati cerotti, garze e una maglietta sporca di sangue che ha macchiato anche il volante) ed è di sicuro armato, probabilmente di due pistole. E' braccato da un migliaio di unità (150 carabinieri per ogni turno) ma ha una conoscenza non comune del territorio di cui riesce a sfruttare le coltivazioni per nutrirsi di ortaggi, frutta e di uova che ruba nei campi.

La 'zona rossa' che le forze dell'ordine hanno isolato è un'area di circa 40 chilometri nella 'bassa', tra Bologna e Ferrara, ideale per nascondersi, con paludi, campagne, casolari abbandonati e labirinti di canali.

Gli uomini dell'Arma, coordinati dalla Procura di Bologna, si sono dati 15 giorni di battute serrate e ininterrotte prima di cambiare, eventualmente, strategia. Gli inquirenti hanno stabilito, dopo contatti con la Serbia, che i nomi del killer Igor Vaclavic, o Vachlavic, erano solamente alias, così come erano fasulle le tante nazionalità che si è attribuito nel corso degli anni, come quella russa e quella croata. Col il nome di Norbert Feher, infatti, il killer è ricercato in Serbia per rapina con violenza sessuale.

Le procure di Bologna e Ferrara che indagano sull'uomo hanno ascoltato gli ex complici della sua banda, ora in carcere, e acquisito informazioni tramite i suoi contatti sia italiani che serbi. Secondo le forze speciali che battono la vasta area tra Campotto e Marmorta di Molinella un uomo può sopravvivere, come il fuggitivo, in condizioni estreme, cibandosi con quello che trova e dormendo all'addiaccio, per non più di un mese. Norbert Feher ha dimostrato però, finora, di non essere come gli altri.

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