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Strage via D'Amelio, Meloni: "Io assente a fiaccolata per ordine pubblico? Inventato"

19 luglio 2023 | 07.28
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La premier alla caserma Lungaro per omaggio a Borsellino e agenti della scorta. Schlein in via D’Amelio

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La premier Giorgia Meloni è arrivata oggi alla caserma Lungaro di Palermo per rendere omaggio alle vittime della strage di via D'Amelio nel giorno in cui ricorre il 31esimo anniversario. A seguire, in Prefettura a Palermo, il Comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dalla premier. Presenti, tra gli altri, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e i vertici delle forze dell'ordine.

"La mia assenza alla fiaccolata per Paolo Borsellino? E' stato un tema di agenda, ho preferito fare la cosa più istituzionale, questa mattina. Se avessi partecipato solo alla fiaccolata mi avrebbero detto che non è la cosa più istituzionale", ha detto Meloni ai cronisti, a margine del Comitato per l'ordine e la sicurezza.

"Quello che ho letto stamattina su alcuni quotidiani mi ha molto colpito, una polemica inventata sul fatto che io avrei scelto di non partecipare alla tradizionale fiaccolata per paura di contestazioni, per ragioni di ordine pubblico, che è una notizia inventata - ha affermato - Ma soprattutto, chi è che dovrebbe contestarmi esattamente? La mafia mi può contestare, quello sì. Non so se le persone che in buona fede combattono la mafia possano contestare un governo che come primo atto ha messo in sicurezza il carcere ostativo" e che "ha annunciato un altro provvedimento per mettere in sicurezza il concetto di criminalità organizzata".

Per contrastare la mafia il governo "ha fatto tutto quello che andava fatto. Non mi pare ci sia stata nessuna forma di allentamento in tema di lotta alla criminalità organizzata, anzi. Se qualcuno vuole venire a contestare sono i mafiosi, ma io non sono mai scappata in tutta la mia vita. Particolarmente, non lo faccio quando si parla di mafia. Sono qui oggi e sarò qui sempre quando c'è da combattere la mafia".

"C'è un tema sul quale le istituzioni non dovrebbero dividersi - ha scandito - Ci sono giorni nei quali non si dovrebbero fare polemiche sterili e inventate, che fanno bene solo a quelli che stiamo combattendo".

"Ho cominciato a fare politica quando uccisero Paolo Borsellino, a poche settimane dall'omicidio di Giovanni Falcone. Per me l'esempio di quegli uomini delle istituzioni rimane uno degli elementi più simbolici di quello che mi ha spinto a fare politica e di quello che mi ha portato dove sono oggi - ha detto Meloni - Il senso della presenza oggi non è solo memoria, perché la memoria ha un senso e una ragione se si raccoglie quel testimone".

Inquirenti e forze dell'ordine "devono considerare il governo italiano al loro fianco in tutto - ha aggiunto - Siamo convinti che la battaglia contro la mafia si possa vincere. Lo Stato ha inferto in questi mesi colpi importantissimi contro la criminalità organizzata e io sono rimasta colpita dal fatto che si mettesse in discussione finanche questo".

SCHLEIN IN VIA D’AMELIO

La segretaria del Pd Elly Schlein è giunta in via D'Amelio per rendere omaggio alle vittime della strage. La leader dem si è fermata davanti all’albero della pace a parlare con i rappresentanti del centro studi Borsellino.

"Siamo qui non solo per ricordare ma per trarre dalla memoria di Paolo Borsellino, e vogliamo ricordare anche gli agenti della scorta uccisi qui insieme a lui, un esempio che deve portarci ad un impegno costante e quotidiano nello sradicare le mafie in tutte le infiltrazioni che tentano nella società, nell’economia e nella politica”, ha affermato la leader dem.

Il contrasto a Cosa nostra richiede a tutte le istituzioni e a tutti i livelli il massimo impegno, ma serve anche una riscossa civile perché il contrasto alle mafie non passa solo dall’innalzare i presidi di legalità ma anche da un contrasto che parte dalla prevenzione, dalla cultura, da un grande investimento nell’educazione e nelle scuole", ha sottolineato Schlein.

“Il contrasto alle mafie parte dalla lotta per la giustizia sociale che sottrae terreno alla ricattabilità su cui le mafie scommettono e riesce in qualche modo a non lasciare soli i più fragili. Deve arrivare prima lo Stato, che deve stare accanto agli amministratori che sono entrati nel mirino delle mafie per il semplice fatto di far rispettare le regole”.

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