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Tav: Ferrero (Prc), estate 2011 ci fu gasatura senza poter fuggire

24 marzo 2014 | 12.35
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Quello del 27 giugno 2011 in Valsusa e' stato come "un assedio medioevale. C'e' stata una gasatura di qualche centinaio di persone senza possibilita' di risolvere la situazione". Lo ha detto il segretario del Prc Paolo Ferrero, convocato come teste della difesa al maxi processo a 53 No Tav per gli scontri dell'estate 2011 in Valsusa. L'ex ministro, presente in Valle il 27 giugno ha sottolineato "ho partecipato spesso a manifestazioni "complicate", ma in quel caso per la prima volta chi era sul posto non aveva la possibilita' di arrendersi. Non c'erano vie di fuga e margini di trattativa per trovare elementi di compromesso che permettessero di abbassare il livello di scontro. Persino a Genova si riusci' a trattare di piu' a un certo punto rispetto a quel giorno in Valle".

Ferrero ricorda di aver chiamato piu' volte il prefetto quel giorno "gli ho spiegato che c'erano lacrimogeni ovunque, anche nei boschi, ma il mio e il suo punto di osservazione in quel momento erano significativamente diversi. Le informazioni che avevo io dentro non coincidevano con quello che sapeva lui fuori per cui non si trovavano punti di contatto". Ferrero ha spiegato che "era praticamente impossibile respirare" e"tutti fuggivano, c'era gente che si sentiva male".

E sulla situazione "psicologica" della gente in quel momento "era di paura - ha detto rispondendo alla domanda di uno degli avvocati - che produce da un lato la fuga e dall'altro la resistenza". In quei giorni in Valle per il leader del Prc "l'oggetto principale dell'azione non fu il ripristino dell'ordine pubblico ma la repressione di chi era li'".

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