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Terrorismo, Scalzone: "Sit-in, manifestazioni e presidi per 'no' a estradizione compagni"

06 maggio 2021 | 18.57
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L'ex leader di Potere Operaio all'Adnkronos: "A patto che non si utilizzino argomenti che non solo sono spuntati, ma hanno un effetto che si usa chiamare 'boomerang'"

(AFP)
(AFP)

Sit in, manifestazioni, presidi per dire no all’estradizione dei nove terroristi italiani fermati a Parigi. Oreste Scalzone, ex leader di Potere Operaio, da sempre punto di riferimento dell'azione in difesa della comunità degli ex aderenti alla lotta armata in Italia rifugiati in Francia, sostiene e propone iniziative simboliche per affermare il no all’estradizione ''delle persone, compagne e compagni, oggi minacciate".

"Mi va benissimo - osserva all’Adnkronos Scalzone – che nascano, si aggreghino e coordinino, reti, comitati e anche mobilitazioni e appelli di cosiddette 'personalità intellettuali'. Certo, a patto che non si utilizzino argomenti che non solo sono spuntati, ma hanno un effetto che si usa chiamare 'boomerang': esempio, il chiamar ‘dottrina’ - così irrigidendola e dando il destro per una guerra di citazioni di frasi disparate e contraddittorie che risulta a nostro danno – quella che è stata una politica inaugurata da Mitterrand in materia e poi seguita, per ragioni di realistica lungimiranza, dai successivi Presidenti fino a ieri. Occorre che anche le persone più benintenzionate e al contempo Savant, esprimano concetti rigorosi, che non possano essere utilizzati per corroborare discriminazioni che portino danno a qualcuno, ledendo il principio (che è anche iconograficamente rappresentato dalla Giustizia bendata e dai piatti della bilancia in perfetto equilibrio) di un erga omnes, 'per ciascuno e tutti' delle rivendicazioni. Occorre inoltre aprire un dibattito pertinente sul fatto che – oltre un perverso 'habeas corpus' alla rovescia che forse è improbabile per l'irricevibilità già ''tecnica'', procedurale delle richieste, che calpestano elementari criteri tuttora quantomeno enunciati 'in dottrina, in norma e in giurisprudenza' , come recita il lèssico giuridico – si possa passare ad un grado successivo e ulteriore di persecuzione infinita”.

Scalzone spiega: “Così come sin dall'epoca della Roma antica esisteva, oltre la morte, la 'damnatio memoriae', oggi, ulteriormente oltre, c'è il tentativo di imporre un vero e proprio 'suicidio dell'anima', che dovrebbe confermare la 'Verità Assoluta' che si pretende sentirsi dire: di esser stati e state, consapevolmente o meno, delle marionette manipolate da una concatenazione di 'poteri occulti'... L'idea-forza è quella di dichiarare che, dal secondo dopoguerra e alle nostre latitudini, ogni gesto di rivolta sia im-pen-sa-bi-le - scandisce Scalzone - se non come manipolato dall'alto, cioè il contrario di quello che enuncia. Neanche più 'follìa criminale', mostruosa, ma proprio 'tutto il contrario'''.

Pensando agli ex aderenti alla lotta armata, Scalzone osserva: “Non è vero che alcuno abbia sofferto il carcere, o che non abbia avuto compassione per i familiari di persone ferite o uccise. Nessuno ha espresso sghignazzo compiaciuto, o fatto il miles gloriosus”.

Quanto alla richiesta dei nove terroristi italiani di non essere estradati, Scalzone osserva: “Ci possono essere e ci sono stati casi rarissimi di persone per le quali l’estradizione significa comunque avere una condizione per esempio detentiva meno peggiore e che perciò l'hanno accettata. Ma in generale direi....'ci mancherebbe che non la rifiutassero’. Io penso che alla fine Stato italiano e parti lese non avranno i loro corpi. Assistiamo ad un incrocio tra le parti civili e lo Stato... come un incastrarsi e un legarsi le mani a vicenda. Lo Stato, almeno a parole, non avrebbe come 'committente’ la parte lesa. Lo Stato, nella forma della giustizia penale, ha come compito assegnatagli dalla giuridicità formale quello di risarcire il vulnus apportato al corpo sociale....”.

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