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Torino, dai futuri chef del Colombatto 500 pasti per i senza fissa dimora di Sant’Egidio

Distribuiti in strada o serviti in chiesa, saranno accompagnati da pacchi dono

Torino, dai futuri chef del Colombatto 500 pasti per i senza fissa dimora di Sant’Egidio
23 dicembre 2022 | 11.21
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Sognano le stelle Michelin ma intanto, mentre si preparano a diventare chef o maestri pasticceri, mettono la loro esperienza al servizio di chi vive ai margini, cucinando menù di prim’ordine per poveri, anziani, senza fissa dimora, profughi, famiglie arrivate attraverso corridoi umanitari da Afghanistan, Siria e, ultimamente, da Ucraina. Sono gli allievi dell’istituto alberghiero Colombatto di Torino che anche per questo Natale rinnovano la collaborazione con la comunità di Sant’Egidio preparando oltre 500 pasti che tra la sera del 24 dicembre e il pranzo del 25 verranno distribuiti ad altrettante persone in difficoltà. L’iniziativa nel capoluogo piemontese torna in presenza dopo due anni di stop a causa della pandemia da Covid.

E cosi’, da qualche giorno circa 200 studenti sono al lavoro nelle cucine dell’istituto torinese per preparare antipasto, primo, secondo e dolce: si comincia con una terrina di salmone e pesce bianco con insalatina di lenticchie, si prosegue con una lasagna bianca a base di verdure e scamorza, e poi ancora un polpettone di tacchino agli spinaci con cavolfiori gratinati. Per il finire, il dolce sarà una mousse al cioccolato con un crumble croccante. Per consentire a tutti di poter consumare i pasti, non vengono utilizzati ne’ vino ne’ carne di maiale nella preparazione dei cibi.

La sera della vigilia di Natale i pasti verranno distribuiti in strada dai volontari di Sant’Egidio e il giorno di Natale serviti nella chiesa dei Santi Martiri, in centro città, nella parrocchia di San Giorgio Martire, nel quartiere Santa Rita, e nei locali del centro di accoglienza diurno La Sosta che per l’occasione si trasformeranno in festose sale d pranzo. Per tutti, oltre al pasto, la comunità di Sant’Egidio ha preparato anche un dono, indumenti caldi per affrontare le rigide temperature di questi giorni e qualche prodotto per l’igiene personale. I dolci verranno distribuiti pure agli ospiti del centro di accoglienza comunale di via Traves mentre il giorno di Natale pasti e pacchi dono verranno portati anche a chi vive solo in casa e difficilmente si rivolge ai servizi di assistenza che potrebbero fornirgli un po’ di aiuto e conforto.

"La povertà è in crescita, accanto a quelli che sono i poveri e i senza dimora ci sono i cosiddetti nuovi poveri, spesso anche famiglie di lavoratori a basso reddito che fanno fatica ad arrivare a fine mese è si rivolgono a a noi anche per avere una borsa della spesa" osserva all’Adnkronos Linda Senfet della comunità di Sant’Egidio che a Torino conta una cinquantina di referenti più numerosi volontari. "La collaborazione con l’Istituto Colombatto - prosegue - va avanti da qualche anno con l’obiettivo di coinvolgere anche i giovani e permettere loro di sperimentare il senso vero del Natale che spesso si trasforma solo in una semplice corsa frenetica. Per noi, invece, il pranzo di Natale è accogliere alla propria tavola quanti non hanno una famiglia e coinvolgere i ragazzi in questa esperienza è un modo per aprire un po’ anche il loro cuore al mondo che li circonda".

Tra i giovani che in questi giorni sono al lavoro per preparare gli oltre 500 pasti, una ventina saranno coloro che il giorno di Natale, a titolo volontario, con alcuni insegnanti saranno a scuola, al lavoro, per impacchettare e distribuire le porzioni. E il caso di Simone, 17 anni, oltre la scuola anche un lavoro in un catering cittadino che ha scelto di mettere a disposizione il suo giorno di Natale per chi ha più bisogno. A coordinare le attività Davide Spada, docente di cucina del Colombatto che sottolinea "la collaborazione con la comunità di Sant’Egidio nasce per sensibilizzare delle tematiche che non siano solo l’apprendimento di una disciplina o tecniche di lavorazione ma anche quelle di imparare che nel mondo ci sono persone che hanno difficoltà e che la solidarietà è un valore fondamentale perché la scuola senza solidarietà non ha senso di esistere".

"E in questi giorni natalizi sono tantissimi i ragazzi che partecipano, che si fermano oltre l’orario didattico offrendo la loro collaborazione perché ci sono tantissime cose da fare e se è importante cucinare, altrettanto lo è lavare tutte le pentole che vengono utilizzate, pulire le verdure o scaricare e ricaricare i mezzi", conclude Spada.

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