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Vaticano, Promotore giustizia chiede 7 anni e 3 mesi di reclusione per Becciu

Nell'ambito del processo per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese. Il pm ha chiesto in totale 73 anni più pene interdittive per i dieci imputati

(Fotogramma)
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26 luglio 2023 | 11.41
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Sette anni e tre mesi di reclusione oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ la richiesta di condanna del Promotore di giustizia, Alessandro Diddi, per il cardinale Angelo Becciu nell’ambito del processo per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese. Il pm ha chiesto in totale 73 anni più pene interdittive per i dieci imputati.

Il Promotore di giustizia del Vaticano nei confronti del cardinale Becciu ha chiesto inoltre di confiscare una somma, per il danno che avrebbe arrecato, pari a 14 milioni di euro. Si tornerà in Aula dopo la pausa estiva, a fine settembre, quando prenderanno la parola gli avvocati delle difese con le loro arringhe e le parti civili. La sentenza del Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone è attesa prima di Natale.

LA DIFESA DI BECCIU

“Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”. È quanto dichiarano gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del cardinale Angelo Becciu, al termine della requisitoria del Promotore di giustizia.

“Sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il Promotore di giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell'assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza", concludono i legali.

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