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Cuba: le 5 cose che ti restano nel cuore

21 marzo 2016 | 14.11
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)
  • È passato poco più di un anno da quel 17 dicembre 2014, quando il presidente statunitense Barack Obama annuncia il “disgelo” con Cuba dopo oltre 50 anni di embargo e in questi giorni sta visitando l’isola diventando il primo presidente Usa, dopo 88 anni a mettere piede all’Havana .

    Cinque decenni in cui la meravigliosa isola dei caraibi sembra aver fermato gli orologi , in un incedere lento dei giorni che si sono trasformati in mesi e poi in anni, tanti anni in penombra come a guardare da uno spioncino in cui si intravede la luce in fondo, ad aspettare con pazienza quel principe azzurro che salva la principessa delle favole dal suo castello incantato.

    Da quel giorno tutto sembra essersi messo a correre, come se tutto dovesse accadere subito, come se non ci fosse più tempo per scoprire quell’angolo meraviglioso di mondo prima che cambi, si trasformi in qualcosa che non c’è e che forse vorrebbe diventare o magari no, perché forse tutti sperano che quel fascino che nel buio di mezzo secolo ha riempito gli occhi e il cuore adesso non smetta di esistere e di stupire ancora.

    “La terra più bella su cui occhi umani si siano mai posati”: così disse Cristoforo Colombo quando scoprì l’isola di Cuba . E non aveva certo tutti i torti il più grande esploratore di tutti i tempi e così devono aver pensato anche quei circa 2 milioni e mezzo di turisti che solo nell’ultimo anno hanno invaso la più grande isola delle Antille e che continuano ad aumentare proprio in virtù della recente apertura nella speranza di vedere Cuba come era e come, speriamo di no, forse non sarà più.

    E deve averlo pensato anche MSC Crociere che proprio alla fine del 2015, prima di tutti, ha inaugurato una nuova rotta per l’isola caraibica , con due nuove partenze già programmate per fine marzo e inizio aprile.

    Tra infinite spiagge assolate tutto l’anno e l’irrefrenabile ritmo caraibico che ti coinvolge a tutte le ore, ecco le 5 cose che restano nel cuore dopo una visita alla perla dei Caraibi:

    Il tramonto sull’Havana dagli occhi del Cristo – Sulla collina “La Cabaña”, nel villaggio di Casa Blanca del Comune di Regla, all’Havana, a 51 metri sul livello del mare, si erge la monumentale statua del Cristo, parente stretto del suo omonimo di Rio De Janeiro. Con 320 tonnellate di marmo bianco di Carrara, un’altezza di 20 metri più 3 metri di base, la statua del Cristo dell’Havana è la seconda per grandezza di tutto il Sud America (dopo appunto quella brasiliana) e la più grande mai costruita da una donna (la scultrice cubana Jilma Madera). Fatta costruire dalla moglie del dittatore Batista come una sorta di voto per scongiurare la morte del marito per mano dei suoi detrattori, da allora il Cristo domina L’Havana e resta il posto più affascinante da cui godersi il tramonto sulla capitale cubana con vista su tutta la baia della città e lo skyline degli splendidi palazzi coloniali nella loro incantevole decadenza.

    Perdersi tra le vie “secondarie” dell’Havana – Tra una passeggiata sul famoso Malécon, un giro nel quartiere centrale del Vedado, un salto alla Plaza de la Revoluciòn e l’immancabile giro all’Havana Vecchia, con le sue piazze e i suoi monumenti impregnati di storia, la capitale di Cuba resta forse la città più affascinante di tutta l’isola, la prima in cui si cominciano a vedere pian piano i segni di una ripresa che si riflette nella cura delle vie del centro storico, i primi negozi di brand internazionali che nascono accanto alle vecchie panetterie e ai carretti colorati pieni di golosa frutta esotica. Ma se volete respirare la “vera” aria di Cuba, basta allontanarsi per un attimo dalle strade principali gremite di macchine fotografiche e perdersi nelle viuzze che circondano Plaza Vieja e Plaza de la Catedral e vi ritroverete come d’incanto tra marciapiedi dissestati, muri scrostati e cadenti, balconi traballanti colorati di panni stesi e soprattutto gli occhi scuri ed espressivi degli abitanti che dall’uscio delle loro casette vi scrutano stupiti come a volervi avvisare che forse avete sbagliato strada e che lì non c’è niente da fotografare…o forse si.

    Passeggiata a cavallo nella Valle di Viñales – Nella parte più occidentale dell’isola si trova un vero e proprio paradiso di relax e tranquillità immerso in una natura lussureggiante, fatto di colline calcaree che si ergono su estese pianure verdi in cui si trovano le piantagioni di tabacco più grandi di Cuba, quelle in cui, con metodi ancora naturali, si fanno i famosi sigari che fumava il Che. Dopo una sosta obbligatoria all’azienda dei campesinos che coltivano il tabacco e te ne offrono uno “rollato” a mano davanti ai tuoi occhi, non farti mancare una passeggiata a cavallo per tutta la valle. 3 ore di silenzio in cui a parlare è solo la natura incontaminata intorno, i contadini piegati sui campi che ti salutano al passaggio, le grotte nascoste con i loro fiumi sotterranei, e gli straordinari murales preistorici che disegnano le pareti dei Mogotes, le caratteristiche colline di origine calcarea dalla singolare forma di panettoni che dominano sulla valle. Una pittoresca istantanea che non si è per niente ingiallita col passare dei secoli.

    La passeggiata al mattino presto a Trinidad – E’ facile capire perché Trinidad sia stata soprannominata “la città museo di Cuba” e, a parere di molti, la città più bella dell’isola. Dichiarata patrimonio dell’Unesco, Trinidad è una caratteristica città coloniale del ‘500 che si è preservata intatta nel corso del tempo. Una finestra sul passato, con le sue piazze irregolari e i suoi palazzi dai tanti colori diversi che si accostano l’un l’altro in un disordine policromo dalle mille sfaccettature. Facile decidere di perdersi tra le strade acciottolate del centro tra i tanti negozietti di artigianato locale che colorano ancora di più la cittadina. Ancora meglio farlo al mattino presto quando nel torpore del primo sole e il silenzio di una lenta quotidianità che si risveglia i colori si accendono di una luce più intensa e si confondono come sulla tela rumorosa di un pittore assonnato.

    Gli abitanti – Impossibile ripartire da Cuba senza portarsi negli occhi e nel cuore gli occhi e il cuore degli abitanti dell’isola, un popolo che dietro l’esuberanza dei suoi coinvolgenti ritmi di salsa e i suoi larghi sorrisi nasconde molte volte la fragilità e l’insicurezza di un anziano che non ha mai visto cosa c’è oltre il mare. Un popolo che con grande dignità ti accoglie nelle sue case spoglie e condivide con te un pezzo della sua anima, anche se un po’ rotta. Un popolo che vede negli occhi dei suoi bambini che si arrotolano in scatole di cartone e rincorrono a piedi scalzi la ruota di una bicicletta il sogno di un futuro diverso che forse stavolta succede per davvero.

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