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Il vincitore del Viareggio-Repaci Franco Cordelli: "Scrivere è la mia vita"

29 agosto 2016 | 21.13
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Lo scrittore Franco Cordelli, vincitore del PremioViareggio Repaci (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Lo scrittore Franco Cordelli, vincitore del PremioViareggio Repaci (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Franco Cordelli, con il romanzo 'Una sostanza sottile', edito da Einaudi, è il supervincitore per la sezione 'Narrativa' dell'87esima edizione del premio Viareggio-Repaci."Credo di aver vissuto la letteratura e di aver scritto dei libri non 'fuori' ma 'ai margini' dell'istituzione. Aver ricevuto un premio letterario come questo fatalmente mi sorprende, perché è un riconoscimento importante e istituzionale. E mi fa piacere", dice all'Adnkronos Cordelli. Sottolineando poi che il premio "è anche un mio ricordo di gioventù: ho sempre in mente le foto di Moravia e Pasolini a Viareggio negli Anni Sessanta", Cordelli afferma che "scrivere è la mia vita, non me lo pongo mai come un compito: scrivo e basta. L'ho sempre fatto e suppongo che continuerò a farlo. Di fatto è un valore non solo affettivo, ma anche personale. Un valore di trasmissione dell'esperienza e del sentimento che esso comporta".

Vincitrice del Viareggio-Repaci per la sezione Poesia, è stata Sonia Gentili, con la raccolta di versi "Viaggio mentre morivo" edito da Aragno, e per la sezione Saggistica Bruno Pischedda, con il volume "L'idioma molesto" (Aragno). La cerimonia di consegna, nella Cittadella del Carnevale di Viareggio, si è svolta all'insegna della sobrietà, aprendosi con un minuto di silenzio per ricordare le vittime del sisma che ha colpito l'Italia centrale. "La lirica -spiega Sonia Gentili, docente di Letteratura alla Sapienza di Roma- è una condizione di indebolimento dell'io dell'autore, il quale non è che il luogo di una battaglia: quella dei ritmi e delle immagini che emergono, si incontrano e si scontrano sino a trovare tra loro una concatenazione che diventa un'unica danza. L'io del poeta non è affatto al centro dell'opera poetica, come piace pensare ad alcuni: esso ne è piuttosto il terreno".

"Il poeta -prosegue Gentili- viene abitato da un fenomeno in cui tutto è 'soggetto', mentre egli è il luogo in cui la soggettività diffusa, che anima la poesia, agisce. 'Viaggio mentre morivo' allude a questo tipo di morte: indebolimento del controllo, dissoluzione della volontà nell'esperienza della visione. Siamo abituati a pensarci come centro di una volontà, ma siamo anche, e forse soprattutto, luogo di apparizioni della nostra immaginazione". Bruno Pischedda, docente di Letteratura e cultura dell'Italia contemporanea all'Università di Milano, col saggio 'L'idioma molesto' ricorda invece la figura di Emilio Cecchi e, con lui, "degli ebrei in conflitto con se stessi", disegnando "una sorta di biografia intellettuale per reperire le basi di una visione discriminatoria dell'Italia al tempo del fascismo".

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