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Napoleone: d'Aquino, personaggio epico 'rifondò' il diritto/Adnkronos

14 agosto 2019 | 19.09
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Il carretto siciliano della collezione d'Aquino -Allder che riproduce la battaglia di Eylau combattuta dall'armata guidata da Napoleone contro l'esercito russo.
Il carretto siciliano della collezione d'Aquino -Allder che riproduce la battaglia di Eylau combattuta dall'armata guidata da Napoleone contro l'esercito russo.

"Lo aveva affermato lo stesso Napoleone. 'Non sarò ricordato per le mie vittorie in Europa, ma per aver rifondato i codici', che mise a punto in 5 anni. Un personaggio epico, immenso. Nell'immaginario collettivo Napoleone combatté i regimi totalitari, ma fu sopraffatto dalla sua ansia di 'grandeur'. E' quanto ha dichiarato all'Adnkronos Renato d'Aquino, studi alla Nunziatella di Napoli, e una passione per Napoleone. Letture, ricerche, collezioni di libri e memorabilia che acquista nei mercatini e nei negozi di antiquariato di tutta Europa con la moglie, di origine inglese, Simonetta Allder.

Un Napoleone più intimo e segreto, quello di Renato d'Aquino, nell'anniversario della nascita (15 agosto 1769). "Personaggio complesso e sfaccettato, poliedrico Napoleone. Riusciva a fare 5, 6 cose contemporaneamente. Sui campi di battaglia si occupava della rifondazione del codice civile e penale. E fu il primo a parlare di 'divorzio'! - ha aggiunto- Durante la ritirata in Russia impartiva ordini per i nuovi piani urbanistici di Parigi".

'lettore avido e pantagruelico, in famiglia parlava italiano con un lieve accento toscano'

E sulla sua vita privata, ha poi aggiunto: 'Il grande amore della sua esistenza fu sicuramente la moglie Joséphine Beauharnais, ma non disdegnò mai il 'gentil sesso', era un vero e proprio 'gentleman'. E soprattutto non abbandonò mai i figli avuti dalle sue relazioni, come Alexandre Colonna Walewski, ministro, letterato, diplomatico, figlio della contessa polacca Maria Walewska".

"Al di là dei fasti legati al personaggio pubblico Napoleone 'Buonaparte', era questo il suo vero nome in italiano - ha proseguito lo studioso e collezionista - era un uomo assolutamente parsimonioso e parco. Non ostentava ricchezza e non amava la mondanità. E persino alla Mailmaison e nel castello di Fontainebleau riceveva i suoi ministri in locali esigui. La sua stanza da letto non era altro, poi - ha aggiunto - che una tenda da campo. C'era solo l'essenziale. Ma non mancavano i libri. Perchè Napoleone era un lettore avido e pantagruelico. Libri di storia, naturalmente e trattati di filosofia, con una passione particolare per Giulio Cesare".

Ed a proposito di Giulio Cesare ha poi proseguito Renato d'Aquino: "Napoleone amava l'arte, la cultura e l'Italia. La sua prima lingua, anche quella parlata in famiglia, con un lieve accento toscano, era l'italiano. E persino il suo francese avava una piccolissima intonazione tutta 'italienne'. E amava profondamente la sua famiglia. I suoi fratelli e i suoi cognati furono incoronati principi e re. Ma a parte Paolina Borghese, nessuno di loro gli fu veramente riconoscente. Più dava, più chiedevano".

L'eau de cologne Roger & Gallet per i suoi stivali, il carretto siciliano con le immagini della battaglia di Eylau

E tra le memorabilia collezionate in oltre 30 anni di viaggi e ricerche i coniugi d'Aquino hanno ricordato un'antica bottiglia di 'eau de cologne. extra vieille' di Roger & Gallet. " Napoleone amava metterla all'interno degli stivali per 'profumare' le lunghe traversate. Sembra che ne consumasse 60 flaconi al mese. Per l'imperatore dei francesi, la celebre maison creò l''extra-vieille', ovvero un'essenza a lunga macerazione, e in esclusiva una bottiglia allungata, affinchè Napoleone potesse portarla sempre con sè, all'interno degli stivali".

Ma il pezzo della collezione a cui tengono maggiormente è un carretto siciliano che riproduce, non immagini tradizionali dei pupi, ma una delle battaglie più sanguinose combattuta a Eylau l'8 febbraio 1807. "Curioso, curiosissimo - ha spiegato ancora all'Adnkronos Renato d'Aquino- Perchè Napoleone con i suoi eserciti non giunse mai in terra di Sicilia. Ma tutto questo ci fa capire quanto la sua fama varcasse i confini di territori 'non conquistati'".

E a proposito degli eserciti napoleonici, Renato d'Aquino, discendente da una famiglia di militari, ha aggiunto questa piccola perla: "I suoi eserciti viaggiavano 'leggeri'. Come soleva ripetere Napoleone 'la guerra nutre se stessa'. Avevano addosso il minimo indispensabile. E potevano percorrere, a piedi, fino a 35-40 km al giorno. Una velocità impensabile per quei tempi e su quelle strade. Una velocità che solo le legioni romane avevano eguagliato".

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