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Arte: dipinti Museo Sartorio di Trieste restaurati grazie a 'Orti di Venezia'

04 marzo 2016 | 19.37
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I Musei Civici di Villa Sartorio a Trieste
I Musei Civici di Villa Sartorio a Trieste

Saranno sei i dipinti conservati nella Quadreria del Civico Museo Sartorio di Trieste che ritorneranno al loro originario splendore grazie ad un intervento di restauro interamente sostenuto attraverso la vendita delle insalate a marchio 'Gli Orti di Venezia per Trieste', già in distribuzione negli 11 punti vendita Coop Alleanza 3.0 della città, nell’ambito dell’iniziativa 'Adotta una Pinacoteca'. Lo hanno annunciato oggi, in conferenza stampa Paolo Tassinari, Assessore alla Cultura del Comune di Trieste, Bianca Cuderi, Direttrice dei Civici Musei di Trieste, Lorenza Resciniti, conservatrice al Civico Museo Sartorio di Trieste, Paolo Tamai, titolare dell’azienda 'Gli Orti di Venezia' e Stefano Minin, coordinatore del marketing sociale di Coop Alleanza 3.0.

L’imprenditore Paolo Tamai, titolare dell’azienda 'Gli Orti di Venezia', si è impegnato a garantire la copertura economica dell’intervento, in collaborazione con Coop Alleanza 3.0, ma sarà supportato da tutti i cittadini che decideranno di acquistare le insalate 'Gli Orti di Venezia per Trieste' e che vorranno contribuire così all’adozione dei dipinti.

Grazie ai lavori di restauro, le opere d’arte, provenienti dalle collezioni private di illustri famiglie triestine e donate ai Civici Musei di Storia ed Arte, lasceranno il deposito dove sono state finora conservate e troveranno uno spazio espositivo dedicato. Nascerà, infatti, una 'nuova' pinacoteca che verrà allestita al secondo piano del Civico Museo di Villa Sartorio.

Il restauro, dal valore complessivo di 25mila euro, riguarderà i dipinti risalenti al periodo tra il XV e il XVII secolo: 'Suicidio di Lucrezia', 'Decollazione di San Giovanni Battista', 'Ecce Homo o Cristo deriso', 'Madonna col Bambino', 'L’ebrezza di Noe' e 'Madonna col Bambino di Pasqualino Veneto'. L’intervento di restauro sarà di tipo conservativo, ovvero rivolto alla conservazione dei caratteri tipologici strutturali, formali e ornamentali dell'opera e alle eliminazioni di eventuali aggiunte avvenute nel corso dei secoli che ne snaturano il significato artistico. Il restauro terminerà entro il 2016.

Il progetto coinvolgerà inoltre realtà laboratoriali e artigianali del Friuli Venezia Giulia. Gli interventi di restauro saranno infatti eseguiti da quattro ditte di restauro, tre delle quali di Trieste e una di Gorizia: il Laboratorio di restauro Lucio Zambon, Laboratorio di restauro Carla Vlah, Restauro d'Opere d'Arte Nevyjel e Ragazzoni e Laboratorio Restauri d’Arte di Deffar e Russo.

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