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Consob: "Vivendi controlla Tim"

13 settembre 2017 | 20.06
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(Fotogramma)
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La Consob ha concluso che la partecipazione di Vivendi in Tim debba essere qualificata come una partecipazione di controllo di fatto. La Commissione si è pronunciata oggi sui rapporti che intercorrono tra il gruppo francese e la società telefonica.

Tali conclusioni della Consob sono state raggiunte, si legge nella lettera inviata alle parti, tenendo conto di quanto rappresentato nella corrispondenza intercorsa tra Tim, il Collegio Sindacale e Vivendi con la stessa Commissione in merito alla vicenda in oggetto, nonché sulla base dell’esame degli eventi concernenti Tim fino ad oggi intervenuti.

La Commissione evidenzia che "ciò che conta al fine dell’individuazione del soggetto controllante non è una particolare situazione formale (la proprietà, ad esempio, di oltre il 50% del capitale ordinario), ma sono le reali posizioni di potere all’interno della società, determinate dal numero di voti che di fatto si possono comunque utilizzare per conseguire l’influenza dominante sulla partecipata attraverso la nomina della maggioranza dei componenti del Consiglio di amministrazione".

Facendo poi riferimento all'assemblea del 4 maggio scorso, si ritiene che Vivendi "avesse dall’inizio la ragionevole certezza di poter disporre di voti sufficienti per nominare la maggioranza dei consiglieri di Tim e, quindi, di poter esercitare il controllo sulla gestione della partecipata". Con l’assemblea del 4 maggio, Vivendi "ha acquisito tale controllo di fatto in modo relativamente stabile". La ricostruzione di carattere generale sulla configurabilità della direzione e coordinamento come "pura scelta gestionale su base discrezionale", contenuta nei pareri forniti dalla Società, evidenzia la Consob, "non appare condivisibile" e, al contrario, "la dichiarazione dell’esistenza della direzione e coordinamento non può che derivare dall’esistenza di una relazione di controllo, che nel caso di specie si configura di tipo partecipativo". In conclusione, può ritenersi in ogni caso che i dati fattuali presenti nel "consentono di affermare la sussistenza di una relazione di controllo di fatto fra Vivendi e Tim".

TIM - Il provvedimento con cui la Consob stabilisce che Vivendi esercita un controllo di fatto su Tim "si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui TIM (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta". E' quanto si legge in una nota della società che annuncia l'intenzione di fare ricorso: "La Società porrà in essere le azioni legali a propria tutela nelle sedi competenti, sicura della correttezza dei propri comportamenti e della solidità delle proprie argomentazioni".

VIVENDI - Vivendi si appellerà ai tribunali competenti contro la pronuncia della Consob. Lo annuncia Vivendi in una nota. "Vivendi prende atto della posizione espressa dalla Consob, - si legge nella nota - che ha dichiarato l'esistenza di un controllo di fatto di Vivendi su Telecom Italia. Vivendi contesta formalmente questa interpretazione e si appellerà ai tribunali competenti. Il Gruppo ribadisce di aver sempre rispettato le leggi e di averle applicate".

VIVENDI-MEDIASET - Intanto, l'Agcom prende atto del piano messo a punto da Vivendi per ottemperare alla delibera di aprile e, di fatto, dà il via libera all'individuazione del blind trust, in cui far confluire la quota eccedente il 10% di Mediaset. E' questo in sintesi il risultato della riunione del Consiglio dell'Agcom. In una nota, l'Autorità spiega che il Consiglio "ha preso atto, nella riunione odierna, delle integrazioni alla proposta di piano di Vivendi". Il piano "indica, tra l’altro, le condizioni per individuare il soggetto indipendente il cui nominativo sarà previamente sottoposto all’Autorità unitamente al relativo mandato". A tale soggetto "dovranno essere trasferite le quote di partecipazione in Mediaset SpA eccedenti il decimo del totale dei voti esercitabili nell’assemblea degli azionisti della Società".

L’Autorità, si puntualizza, "vigilerà sulla concreta attuazione dell’impegno a rimuovere la posizione vietata, entro il termine fissato dalla citata delibera".

"Resta ferma", in ogni caso, l’attività di monitoraggio di Agcom volta a verificare che Vivendi non eserciti comunque un’influenza notevole su Mediaset".

Un gestore indipendente da Vivendi, Telecom e Mediaset sarà scelto dal gruppo francese per trasferire una partecipazione sufficiente a garantire che le restanti azioni di Mediaset che continueranno ad essere gestite da Vivendi "le consentano di esercitare un numero di voti inferiore a un decimo del totale dei voti esercitabili in assemblea". Ad oggi, la partecipazione trasferita sarebbe pari al 19,19%.

Vivendi potrà decidere di cedere "in qualsiasi momento" tutte o parte delle azioni trasferite al gestore indipendente. Ma non a società controllate in qualsiasi modo da Vivendi e Telecom. Le misure contenute nel piano "possono essere modificate o sostituite solo con il consenso" dell'Agcom e cessano il loro effetto solo se la delibera Agcom non ha più effetto o se venga meno uno dei presupposti fattuali su cui si basa.

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