La Consulta Nazionale Antiusura "chiede al Parlamento e al Governo di revocare con la massima urgenza il ritorno dell'anatocismo, mentre esprime apprezzamento per quei ministri e parlamentari che si adoperino per rimediare ai guasti di tale dispositivo di legge". Così, in una nota, la Consulta antiusura 'Giovanni Paolo II' onlus, di cui è segretario nazionale monsignor Alberto D'Urso, riferendo di aver "appreso con sconcerto che una 'mano invisibile', cioè un anonimo parlamentare, ha fatto votare - a colleghi evidentemente 'distratti' - l'abrogazione dell'illecito dell'anatocismo, che peraltro in centinaia di sentenze la magistratura (fino alla Cassazione) ha sanzionato".
Anatocismo che "la stessa Corte Costituzionale - con una pronuncia di illegittimità nell'anno 2000 - aveva cancellato la norma che nei fatti spalancava la strada a successive condotte usurarie ai danni di tantissime famiglie e degli operatori economici". "Appare peraltro paradossale e beffardo - si legge ancora nella nota - che in un decreto legge denominato 'Competitività' si inserisca una norma tanto arcaica quanto brutale, certamente in contrasto con i principi etici e civili del nostro ordinamento e con effetti pratici di peggioramento delle condizioni del lavoro e della produzione".
E ancora: "L'applicazione degli 'interessi sugli interessi' è una delle più gravi e odiose forme di approfittamento sulle famiglie in difficoltà economiche. In quasi tutti i casi d'indebitamento a usura, infatti, si riscontra - con la congerie di rapporti sia legali e sia illegali - la presenza dell'anatocismo. La 'capitalizzazione degli interessi' è uno dei problemi che le Fondazioni antiusura affrontano immediatamente, quando intervengono per far modificare il quadro delle esposizioni delle famiglie (e talvolta anche di imprese familiari) con l'insieme dei creditori".