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Grecia: a Riga tutti contro Varoufakis per un Eurogruppo 'inutile'/Adnkronos

Come previsto, l'incontro dei ministri delle Finanze ha certificato la distanza delle posizioni su riforme e austerità fra l'Europa e Atene. Forti critiche al ministro greco, che ribadisce l'opposizione a nuovi tagli allo stato sociale. E Draghi ricorda che "il tempo sta finendo"

Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (Infophoto) - INFOPHOTO
Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis (Infophoto) - INFOPHOTO
24 aprile 2015 | 15.26
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"Non è stato un bel giorno per Yanis Varoufakis". Nelle parole di un diplomatico europeo, che evidenziano gli attacchi di cui è stato oggetto il ministro delle Finanze ellenico, c'è tutto il tono della discussione che si è sviluppata nella riunione odierna dell'Eurogruppo, a Riga, che ha avuto come tema centrale il confronto con Atene su riforme e aiuti. E' stato, secondo la stessa fonte, un dibattito molto "personale ed emotivo" con toni "duri", come ha confermato indirettamente il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem in conferenza stampa.

"Sarò sincero - ha spiegato il ministro olandese - nell'Eurogruppo c'è stata una discussione critica perché due mesi fa speravamo che oggi avremmo avuto risultati positivi e un accordo da decidere e invece siamo ancora lontani da tutto ciò".

D'altronde, il senso che la riunione odierna non avrebbe avuto risultati concreti (come è effettivamente successo) era ben presente ai partecipanti prima ancora di cominciare. "Semplicemente stiamo perdendo troppo tempo" aveva osservato il ministro delle Finanze austriaco Hans Joerg Schelling al suo arrivo nella capitale lettone. "Sono un po' irritato, non si può andare avanti così. Bisogna prendere delle decisioni" aveva aggiunto. Una linea che aveva trovato concordi molti colleghi.

Il ministro greco, la nostra posizione non è dogmatica

Alla fine della mattinata di confronto l'unico riconoscimento giunto da Dijsselbloem è stato che "sono stati fatti progressi ma restano ancora ampie differenze sostanziali". Quali siano questi progressi, il ministro olandese si è rifiutato di precisarlo mentre Varoufakis ha fatto capire che le posizioni sono più vicine sulle privatizzazioni mentre restano ancora molto lontane sugli interventi allo stato sociale. "Il governo greco - ha aggiunto - si oppone fermamente alla richiesta avanzata da tutte le istituzioni di un taglio immediato alle pensioni - in particolare a quelle secondarie".

"Il nostro governo non è assolutamente dogmatico - ha aggiunto - Siamo interessati a identificare un processo che porterà a una conclusione positiva e a un accordo reciprocamente vantaggioso". Ma "comprendiamo bene - ha concluso - che quella europea è una famiglia che ha bisogno di superare le sue differenze in modo collegiale".

I partner europei, invece, continuano a sollecitare il governo di Atene a una svolta reale: per Dijsselbloem "il tempo sta scadendo ma la responsabilità è soprattutto in mano ai greci, visto che un accordo è nel loro interesse". "Prima di qualunque erogazione" dell'ultima tranche di aiuti alla Grecia - ha ribadito - "serve un accordo globale sulla lista di riforme".

Draghi, l'aumento dei rendimenti dei titoli di Atene distrugge i collaterali

"Non siamo affatto vicini a un accordo globale" gli ha fatto eco il commissario Ue agli Affari Economici Pierre Moscovici. "Non è vero che non ci siano stati passi in avanti, sono stati limitati ma ci sono stati, soprattutto negli ultimi giorni", ha riconosciuto. Ma i progressi - ha precisato - "non sono stati quelli che volevamo e di cui avevamo bisogno, su alcuni punti siamo ancora troppo distanti".

Da parte sua Mario Draghi ha sottolineato che "il tempo sta finendo" ed ha posto l'accento sulla questione della liquidità: attraverso il programma Ela (emergency liquidity assistance) la Banca centrale europea - ha ribadito - "continuerà a fornire liquidità alle banche greche fino a quando queste saranno solvibili e forniranno adeguati collaterali".

Tuttavia Draghi ha anche ricordato la fragilità dell'attuale situazione e i continui flussi in uscita" dagli istituti ellenici. Inoltre, ha aggiunto, "l'aumento dei rendimenti dei titoli greci, che sono saliti ai massimi dal 2012, aumenta la volatilità e 'distrugge' i collaterali".

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