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Christine Lagarde: sull'Euro digitale ora “si cambia marcia”

15 luglio 2021 | 13.52
LETTURA: 3 minuti

La fase di indagine inizierà a ottobre 2021 e durerà almeno due anni. Con l'obiettivo di occupare gli spazi su cui stanno avanzando le valute digitali private e le criptovalute.

 - Da Ecb.europa.eu
- Da Ecb.europa.eu

Le criptovalute non sono ancora abbastanza grandi da rappresentare un rischio sistemico per la stabilità finanziaria, parola del vice governatore della Banca d'Inghilterra Jon Cunliffe alla CNBC: “Il boom speculativo delle criptovalute è molto evidente, ma non credo che abbia superato il limite del rischio per la stabilità finanziaria”. Il rischio non sarà ancora abbastanza grande ma, intanto, per anticiparlo questo rischio, si stanno muovendo tutti. La Bce, con Christine Lagarde, ha confermato di essere a conoscenza di 80 banche centrali che attualmente stanno esaminando le valute digitali. Affermando che sia “un dovere da parte nostra avere effettivamente valute digitali disponibili che funzionino a vantaggio dei clienti”.

Inoltre, la Banca centrale europea ha appena annunciato che sta iniziando a lavorare intensamente alla creazione dell'euro digitale poiché sempre più consumatori stanno abbandonando i contanti. Dal sito Bce i contorni del progetto: “Che succede ora? Stiamo iniziando ad analizzare quali caratteristiche potrebbe avere un euro digitale. La fase di indagine inizierà a ottobre 2021 e durerà almeno due anni. Esamineremo come potrebbe essere configurato un euro digitale e come distribuirlo a commercianti e cittadini, ma anche il suo impatto sul mercato e le modifiche alla legislazione europea eventualmente necessarie. Dopo la conclusione della fase di indagine decideremo se avviare lo sviluppo di un euro digitale, per poi eventualmente realizzare possibili soluzioni da sottoporre a test, in collaborazione con banche e società che potrebbero fornire la tecnologia e i servizi di pagamento. Dalle sperimentazioni condotte finora è emerso che non vi sono limitazioni tecnologiche importanti per l’emissione di un euro digitale e che potrebbe essere configurato in vari modi. Il progetto dovrebbe durare due anni e l'idea è quella di progettare una versione digitale della moneta comune, utilizzata nei 19 membri della zona euro. Tuttavia, l'effettiva implementazione della valuta garantita dalla banca centrale potrebbe richiedere altri due anni oltre alla fase di progettazione e indagine”.

Ha chiarito ulteriormente Christine Lagarde in una nota: “Sono passati nove mesi da quando abbiamo pubblicato il nostro rapporto sull'euro digitale. Nel frattempo abbiamo svolto ulteriori analisi, chiesto spunti a cittadini e professionisti, e condotto alcune sperimentazioni, con risultati incoraggianti. Tutto ciò ci ha portato a decidere di cambiare marcia e avviare il progetto dell'euro digitale. Il nostro lavoro mira a garantire che nell'era digitale i cittadini e le imprese continuino ad avere accesso alla forma di denaro più sicura, la moneta della banca centrale”. Insomma, bisogna occupare lo spazio prima che lo occupino le valute digitali private o le criptovalute. L'euro digitale punta a completare il sistema monetario esistente piuttosto che sostituire il denaro fisico. Ha tolto ogni dubbio in un post Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Bce: “Stiamo entrando nell'era della moneta digitale. Le soluzioni private per i pagamenti digitali e online apportano importanti vantaggi come comodità, velocità ed efficienza. Ma comportano anche rischi in termini di privacy, sicurezza e accessibilità. E possono essere costosi per alcuni utenti”.

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