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Microrisparmio

Microrisparmio tech, il fondo pensione per millenial e Z

11 maggio 2021 | 07.27
LETTURA: 3 minuti

Nuove app consentono di accantonare pochi centesimi alla volta in salvadanai virtuali e reinvestirli o costruire un fondo pensione.

Microrisparmio tech, il fondo pensione per millenial e Z

Pochi centesimi a ogni acquisto e si risparmia senza neanche accorgersene. È la filosofia proposta dalle app di microrisparmio, amate dai millenial e dalla generazione Z (quelle con meno potere d’acquisto e di conseguenza con scarse possibilità di applicare di metodi di risparmio più tradizionali) e molto diffuse negli Usa con prospettive di crescita anche da noi.

Non vanno confuse con le app di micro investimento, come ad esempio Gimme Five o con le piattaforme di trading a bassi costi di accesso: qui non c’è nessun investimento iniziale, neanche minimo, e a volte nemmeno una fee mensile. Il funzionamento è semplice e intuitivo: si collegano i nostri metodi di pagamento alla app (un po’ come abbiamo fatto tutti per ricevere il cash back di stato) e, a seconda della app e delle nostre preferenze, si accantona qualcosa a ogni acquisto. Ad esempio, si può scegliere di arrotondare all’intero successivo la cifra relativa a ogni singolo acquisto, grande e piccolo. Se spendo 1 euro e 80 al bar per la colazione e pago con bancomat o carta, la app preleverà dal mio conto 2 euro precisi, accantonando i 20 centesimi di resto nel salvadanaio virtuale: un vecchio trucco della nonna per mettere da parte un gruzzoletto senza neanche accorgersene. Oppure si potrà destinare al salvadanaio una percentuale di ogni acquisto esercitato con un singolo e determinato metodo di pagamento: in media dal 5 al 20%.

Ma cosa fare del gruzzolo accumulato? Si può tenere lì, come un vero e proprio salvadanaio, e scegliere in ogni momento di farsi riaccreditare sul conto quanto messo da parte. Oppure si possono operare degli investimenti. La capostipite e la più famosa di queste app è Acorns, che però ancora non è uscita dagli Usa dove conta oltre 9 milioni di utilizzatori. Il nome è evocativo: acorns sono le ghiande che lo scoiattolo mette da parte per l’inverno. Acorns funziona arrotondando le spese al dollaro successivo, e destinando quel piccolo tesoro di spiccioli a uno dei 5 portafogli finanziari creati con l’ausilio del premio Nobel Harry Markowitz, che è stato consulente finanziario della startup. Sono portfolio con vari livelli di rischio, diversificati su 7mila titoli tra corporale e governativi. Ora, oltre alla possibilità di risparmiare e investire, la app ha introdotto anche la sezione Acorns Later, per investire in fondi pensione. Altre app simili negli Usa sono nate a morte nell’arco degli ultimi anni, con successi alterni: difficile replicare il successo di Acorns.

Se l’idea ci piace, in Italia quella che più si avvicina al concept di microsavings “spare change” di Acorns è Oval Money, app gratuita che fornisce consigli di risparmio analizzando le nostre abitudini di spesa, e permette di destinare una percentuale di determinate spese (ad esempio dell’acquisto di abbigliamento o di generi alimentari) oppure di nuove entrate al salvadanaio virtuale. Raggiunto il nostro obiettivo di risparmio possiamo decidere di trasferirli sul conto per utilizzarli liberamente. Oppure, come con Acorns, possiamo investire nei prodotti finanziari disponibili sul suo marketplace, con finalità e gradi di rischio differenti. Oval mette anche a disposizione una carta di credito per pagamenti e prelievi dal proprio conto Oval.

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