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Inflazione: Istat, continua a rallentare nel 2014

27 ottobre 2014 | 11.31
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''L’inflazione (misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA), già in forte decelerazione nel 2013 (+1,3% in media d’anno, dal +3,3% del 2012), ha continuato a rallentare nella prima metà del 2014 fino a registrare due variazioni tendenziali negative nei mesi di agosto (-0,2%) e settembre (-0,1%). Questo andamento riflette principalmente la flessione prolungata dei costi degli input, energetici e non, che si è combinata a una persistente debolezza della domanda di consumo da parte delle famiglie''. E' quanto rileva l'Istat nel focus sulla recente dinamica dei prezzi al consumo.

''Nei primi nove mesi del 2014, le diminuzioni di prezzo più marcate hanno riguardato le componenti più volatili del paniere (beni energetici e alimentari non lavorati), ma le tendenze al ribasso dei prezzi si sono estese alle altre tipologie di prodotto, soprattutto nel periodo più recente -continua l'Istat-. L’inflazione di fondo, al netto cioè degli energetici e degli alimentari freschi, pur mantenendo tassi positivi, è passata da +0,9% del primo trimestre 2014 a +0,4% di agosto e settembre''.

''Il processo di generale rallentamento dell’inflazione è stato più intenso in Italia rispetto a buona parte degli altri Paesi dell’area euro. Questa differenza si è estesa, nel terzo trimestre del 2014, anche alla componente di fondo. L’andamento recente dell’inflazione in Italia riflette principalmente la flessione dei prezzi dei beni, ma anche il rallentamento della crescita dei prezzi nel settore dei servizi, scesa dall’1,1% del primo trimestre del 2014 allo 0,3% di settembre'', prosegue l'Istat.

''Il rallentamento della crescita e le diminuzioni dei prezzi al consumo dei beni sono, in larga misura, riconducibili a fattori di origine esterna che hanno interessato l’intera filiera e sono dovuti ai ribassi dei prezzi delle materie prime e dei beni importati registrati a partire dallo scorso anno. I prezzi dei prodotti industriali importati sono infatti diminuiti nel corso dei primi otto mesi del 2014 (dopo il -2,4% registrato nel 2013), passando da una variazione tendenziale di -3,8% nel primo trimestre a una di -2,7% ad agosto'', prosegue l'Istat.

''I continui e diffusi ribassi dei prezzi dei beni importati hanno influenzato, insieme a fattori di origine interna, anche la formazione dei prezzi dei prodotti industriali. La dinamica dei prezzi alla produzione dei prodotti venduti sul mercato interno, già in flessione dell’1,3% nel 2013, ha continuato a segnare, nei primi otto mesi del 2014, diminuzioni tendenziali oscillanti tra il -1,5% di gennaio e il -2,0% di agosto. Agli inizi del 2014, in concomitanza con l’accentuarsi del rallentamento dell’inflazione al consumo, la quota percentuale di prodotti che presentano variazioni tendenziali negative dei prezzi, è salita repentinamente di più di dieci punti, portandosi sopra il 30% (30,5% a settembre), mostrando come i fenomeni deflattivi si siano diffusi a diverse merceologie e non siano rimasti circoscritti alle componenti più volatili'', continua la nota.

''Parallelamente, a partire dalla fine del 2012, è aumentata la frequenza dei prodotti che presentano variazioni tendenziali dei prezzi moderatamente positive (fino al 2%) a scapito di quelle con tassi di crescita sostenuti (al di sopra del 2%), questi ultimi passati dal rappresentare oltre il 60% del paniere in alcuni mesi del 2012, al 13% a settembre 2014'', conclude l'Istat.

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