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Lavoro: Tridico, salari vero problema, contratto non basta più

30 marzo 2022 | 19.12
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Lavoro: Tridico, salari vero problema, contratto non basta più

Sono i bassi salari il principale problema del mercato del lavoro. E senza un salario minimo la contrattazione non sarà più in grado di tutelare i lavoratori dalla povertà. Torna a battere sul tasto del salario il presidente Inps, Pasquale Tridico, nel corso del convegno Inapp, per cercare di assottigliare quella platea di soggetti che nonostante un lavoro sono e restano poveri. "Lo è non meno del 15% dei lavoratori", elenca ribadendo i numeri di un mercato asfittico: "circa 4,5 milioni e mezzo guadagnano meno di 9 euro lordi l'ora: una cifra impressionante se si considera che comunque siamo in presenza di una contrattazione anche se in alcuni casi piratesca", dice ancora.

Lavoratori, prosegue che peraltro sono impiegati per poche ore come il 46% delle donne che denuncia un part time involontario e del tutto "insufficiente a coprire un salario minimo dignitoso". Non solo. "Il salario continua a essere una leva di competizione; i bassi salari continuano ad essere una strategia di incentivazione per investimenti labour intensive contro quelli, auspicabili, capital intensive che dovremmo sollecitare", conclude. Lo stesso meccanismo che costringe il governo a pensare di costruire una pensione ad hoc per i giovani quando in realtà non servirebbe loro se non "un lavoro e più salario invece che una pensione di garanzia per il loro futuro".

In un modello contributivo infatti, annota ancora Tridico, "la pensione di garanzia è quasi un ossimoro visto che con il sistema scelto nel '96 la contribuzione dovrebbe essere sufficiente a pagare le future pensioni. E se non lo è è perché i contributi di quelle pensioni sono legati alla retribuzioni che se sono basse creano un problema contributivo insufficienti a pagarti la pensione e ti obbliga a inventarti la pensione di garanzia", spiega.

E anche il lavoro nero per Tridico potrebbe essere sconfitto con una politica di salari minimi che assorba l'occupazione illegale. Perchè quei 3,5 mln di irregolari sono da considerarsi delle autentiche "mine" che non sarà possibile recuperare nè con le politiche attive nè orami con "quei progetti europei a sportello o quelli che premiano i più bravi". Serve invece "un investimento strategico con cui alzare la domanda di lavoro per assorbire quella mano d'opera 'illegale'.

I numeri d'altra parte sono "impressionanti": oltre 3,5 mln di irregolari su 23 milioni di lavoratori che sostengono 16 milioni di pensionati su una popolazione di 60 milioni di cittadini: "troppo poco per avere una certezza che nel lunghissimo periodo cose le possano andare bene", conclude. (Di Alessandra Testorio)

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