Occhi puntati sulla riunione di Francoforte. Draghi valuta la possibilità di ricorrere all'acquisto di titoli pubblici: contro il presidente dell'Eurotower e quest'ipotesi Berlino e pochi altri governatori. Draghi: "I politici che non riformano spariranno per sempre" Allarme Ocse: Eurozona al palo, Italia ultima nel G20 per previsioni crescita
Occhi puntati sulla riunione del Consiglio direttivo della Bce di oggi a Francoforte. Alle 13,45 è attesa la decisione sui tassi. Alle 14,30, la conferenza stampa. Il presidente Mario Draghi per fare fronte a inflazione troppo bassa e una crescita stagnante valuta la possibilità di acquistare titoli di Stato: una decisione però osteggiata con forza da Berlino e da pochi altri governatori, probabilmente mossi da esigenze legate anche alla politica interna dei loro paesi.
Per il ceo di Intesa SanPaolo, Carlo Messina, Draghi è "l'unico che ha contribuito a fare in modo che l'Eurozona si stabilizzasse. Se viene messo in discussione l'unico pilastro della gestione delle complessità della crisi nell'Eurozona, penso che questo potrebbe essere particolarmente preoccupante".
E per il rilancio della fragile crescita dell'eurozona uno dei temi di confronto all'Eurotower è in particolare l'ipotesi di riportare il bilancio dai circa 2mila mld di euro attuali fino a quasi 3mila mld come nel 2012, e dunque creare moneta e immetterla nell’economia comprando appunto titoli sul mercato. Un'opzione quella del Quantitative easing europeo sulla scia di quanto già fatto dalle maggiori banche centrali mondiali, Fed in primis, che il cancelliere tedesco Angela Merkel ha difficoltà a fare digerire ai suoi elettori, ma in generale a tutta l'opinione pubblica tedesca, oltre tutto nel bel mezzo dell'avanzata del partito euroscettico e anti-euro Alternative fuer Deutschland.
