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Draghi al G7: no ritorno populismo e dipendenza energetica da Russia

26 giugno 2022 | 15.20
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Per il premier il legame energetico con Mosca va tagliato "per sempre"

(Afp)
(Afp)

Il tetto al prezzo del petrolio russo domina l'agenda del G7 di Elmau. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenendo nella prima sessione, ha tenuto la linea che spinge da mesi anche a livello Ue: vanno evitati, ha ricordato secondo fonti italiane, che occorre evitare gli errori commessi dopo la crisi del 2008. La crisi energetica va disinnescata, anche per evitare un ritorno in forze del populismo (l’ottimo risultato conseguito dal Rassemblement National alle legislative francesi non è sfuggito a nessuno, in Europa). Gli strumenti ci sono, ha sottolineato: vanno mitigati i rincari dell’energia, compensate le famiglie e le imprese in difficoltà, tassati i profitti straordinari fatti dalle imprese.

Quando i prezzi dell’energia caleranno, bisognerà comunque evitare il ritorno alla dipendenza dai combustibili fossili russi: il legame energetico con Mosca va tagliato "per sempre". E ha ripetuto che imporre un tetto al prezzo dei combustibili ha un obiettivo geopolitico, oltre che economico e sociale: ridurrebbe i finanziamenti a Mosca e contrasterebbe direttamente una delle cause principali dell’inflazione. L’ex presidente della Bce, che è un economista di formazione, ha spiegato a Parigi, durante la ministeriale Ocse, che quella che l’Ue affronta adesso non è un’inflazione provocata dal surriscaldamento dell’economia, bensì un’inflazione importata, prodotta dai rincari dell’energia. Rincari che, essendo l’energia un bene di base, se non vengono domati rapidamente si espandono, come il gas appunto, negli altri settori dell’economia e portano a rincari generalizzati.

Draghi ha anche sottolineato che occorre "accelerare" gli sforzi sulla sicurezza alimentare, sbloccando le esportazioni di grano dall’Ucraina "molto prima di metà settembre", quando arriverà il nuovo raccolto. Il premier ha ribadito il sostegno agli sforzi di mediazione che sta facendo l’Onu.

Il tetto al prezzo del petrolio russo lo chiedono gli Usa, dove la benzina ha superato i 5 dollari al gallone. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel è stato cauto, perché sul greggio russo l’Ue si è già scottata una volta per via del veto ungherese, ma ha detto che la proposta va valutata nei "dettagli" e che un tetto al prezzo potrebbe essere imposto utilizzando come leva i servizi di trasporto e quelli assicurativi, nei quali l’Occidente conserva un primato.

Neppure la Germania è contraria: nel bilaterale tra Olaf Scholz e Joe Biden non c’è stata una "discussione estesa" sul punto, perché stanno trattando gli sherpa. L’Ue, ha detto Michel, vuole essere sicura che la misura colpisca la Russia più dei Paesi europei, che, ha ricordato, "sono 27" e ogni misura del genere necessita dell’unanimità. Sul tema c’è un interesse specifico dell’Italia, dato che il nostro Paese chiede da tempo, a livello Ue, di introdurre un tetto al prezzo del gas, per rimediare a quello che sta succedendo ora: la Russia taglia le forniture di gas, ma incassa le stesse cifre grazie ai rincari del metano sui mercati ad ogni annuncio.

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