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Tv: Di Vuolo (Corecom), troppe emittenti locali in Sicilia

19 ottobre 2015 | 18.18
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Convegno Corecom
Convegno Corecom

“Le emittenti private locali sono troppe. Un numero così elevato è anacronistico. Anche perché non si può più pensare che il contributo pubblico possa sostituire una politica economica concorrenziale. Pluralità non vuol dire che l’informazione arriva da tante emittenti differenti ma è piuttosto sinonimo di buona informazione, che guardi soprattutto ai territori di competenza. È sui palinsesti dunque che si deve ragionare”. Così il Presidente Corecom Sicilia, Ciro Di Vuolo intervenendo al convegno 'Nuove sfide per la televisione pubblica e locale', che si è tenuto a Palermo. Nella sessione del convegno dedicata alle emittenze televisive locali, si sono confrontati editori, giornalisti ed esperti di settore che hanno concordato sulla ""necessità di una riforma globale e organica" che, come ha sottolineato Fabrizio Berrini, dell’associazione Aeranti Corallo, “possa restituire agli imprenditori la voglia di andare avanti”. Una necessità evidenziata anche da Confindustria Radio Tv: “Dopo sei anni di segno meno, un imprenditore non può resistere ancora a lungo in queste condizioni. Stiamo assistendo - ha detto Rosario Alfredo Donato - al definitivo tracollo del sistema”.

Si è parlato anche di esperienze innovative e di successo, come la web radio-tv di Ateneo dell’Università di Palermo, raccontata da Gianfranco Marrone, docente ordinario di Semiotica. Si tratta di una radio-tv che trasmette in streaming e on demand sul web, non solo per raccontare i fatti che accadono in ateneo e per il pubblico di ateneo, ma anche per dare voce agli esperti che raccontino il mondo, i fatti esterni. Qualità è stata anche la parola chiave nella sessione dedicata al rapporto tra media e minori. A partire dalla domanda della responsabile delle Politiche culturali del Censis, Elisa Manna, “quale immagine della società stiamo trasmettendo?”, i relatori si sono confrontati sulle problematiche quotidiane che si devono affrontare quando si fa informazione. “Un dilemma etico quotidiano”, ha detto Silvana Polizzi, caporedattore TgR Rai. Ma il presidente del Comitato Media e minori, Maurizio Mensi, ha sottolineato come l’etica ormai non basti. “Servono sanzioni pesanti, gravi. Chi sbaglia deve pagare. Il ricorso all’etica non basta più”.

Il problema è che “nei meandri della rete la tutela si disperde. Bisogna intervenire dal basso”, ha detto Gianna Maria Cappello, docente dell’Università di Palermo. Anche Antonio Nicita, commissario dell’Agcom è d’accordo: “I problemi legati alla natura del mezzo vanno affrontati con forme di tutela che considerino il fatto che le informazioni arrivano in grandi blocchi e in massa”.

In apertura dei lavori, sono intervenuti il vice presidente della Regione, Mariella Lo Bello, assessore regionale per le Attività produttive, e Giuseppe Lupo, vice presidente dell’Ars. “Mi auguro che con più incontri di questa natura – ha detto Lo Bello – si possa scrivere una lettera manifesto che possa orientare le scelte dell’esecutivo nel settore”. Anche Lupo ha chiesto “un documento di sintesi che indirizzi l’attività di Parlamento e Governo regionali”.

Nel corso del convegno, sono stati anche premiati gli studenti delle scuole siciliane che sono arrivati nella classifica finale del concorso di idee “Una nuova carta d’identità per la Rai”: il Liceo Scientifico “A. Volta” di Caltanissetta, l’Istituto Tecnico “Leonardo Da Vinci” di Milazzo (Me) e l’Istituto Tecnico “A. Rizza” di Siracusa.

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