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Unicredit, martedì il cda: soci spingono per dimissioni Ghizzoni

22 maggio 2016 | 16.51
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 - Federico Ghizzoni
- Federico Ghizzoni

Si apre una settimana decisiva per i vertici di Unicredit. Martedì si riunirà il cda e, secondo quanto riferiscono all'Adnkronos fonti finanziarie, anche in queste ultime ore diversi soci pesanti avrebbero insistito nella richiesta di dimissioni da parte dell'amministratore delegato Federico Ghizzoni. A tenere i contatti, intensi anche durante il week end, il presidente Giuseppe Vita, che ha il compito di gestire questa difficile fase di transizione verso un nuovo assetto di vertice.

Non è detto che le dimissioni di Ghizzoni vengano formalizzate già martedì ma il banchiere avrebbe già concordato condizioni e modalità del passo indietro. In ogni caso, anche per evitare pericolose ricadute sul titolo, l'obiettivo è quello di gestire un passaggio di consegne meno traumatico possibile. In questo scenario, è probabile che l'uscita dell'amministratore che ha guidato la banca negli ultimi 5 anni possa essere ufficializzata con l'impegno di mantenere il proprio incarico fino alla nomina di un nuovo amministratore delegato.

Quanto ai nomi in lizza, le indiscrezioni di queste ore continuano a vedere in pole position Marco Morelli, vice presidente Bofa-Merrill Lynch per Europa e Medio oriente. Tra gli altri nomi circolati, quelli di Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), il francese Jean-Pierre Mustier, ex Unicredit, oltre a quello di Alberto Nagel, ad di Mediobanca, e Gaetano Miccichè, dg di Intesa SanPaolo. In ambienti finanziari internazionali si raccoglie anche l'ipotesi Fabrizio Viola, ad di Mps, che ha guidato la banca di Rocca Salimbeni in una fase particolarmente difficile.

L'incarico di trovare il manager adatto a succedere a Ghizzoni sarà affidato a una società di consulenza, un cacciatore di teste, che sia in grado di procedere a una selezione rapida e trasparente. Spetterà al nuovo Ad, su impulso proprio dei principali soci, rinnovare tutta la prima linea di vertice e, soprattutto, ideare il nuovo piano industriale che, nelle attese degli azionisti, dovrà essere un piano di svolta. Un piano che andrà adeguatamente finanziato. Su questo fronte, però, non ci sarebbe identità di vedute tra i soci: la gran parte degli azionisti avallerebbero un aumento di capitale consistente (gli analisti ritengono necessari 5-7 mld), mentre le fondazioni azioniste preferirebbero un drastico piano di dismissioni (a partite da Fineco) per evitare investire ancora quando devono già gestire una pesante minusvalenza potenziale.

Diverse posizioni anche sulla presidenza. Con i soci divisi sull'ipotesi di una conferma di Vita o di un rinnovamento complessivo. In questo caso, avrebbe ottime chances Lucrezia Reichlin, consigliere eletto dai fondi. Ma c'è anche, tra gli azionisti, chi vorrebbe che ad assumere la carica di presidente sia lo stesso Ghizzoni.

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