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Comunicato stampa

Sigarette elettroniche: la nuova legge e la conveniente vendita online dei liquidi

25 marzo 2019 | 12.01
LETTURA: 6 minuti

Sigarette elettroniche: la nuova legge e la conveniente vendita online dei liquidi

Pomezia, 25 marzo 2019 - Correva l'anno 2003, quando un farmacista cinese, Hon Link, sviluppò il design della prima sigaretta elettronica. Un'invenzione decisamente rivoluzionaria, destinata a riscuotere un notevole successo tra i fumatori di tutti il mondo.
Il prodotto, da semplice moda, è divenuto qualcosa di molto più importante, sovvertendo le regole del mondo dello svapo: moltissimi fumatori hanno smesso di fumare le classiche sigarette per convertirsi all'uso delle e-cig, molto meno dannose.
Uno studio recente presentato a Baltimora, negli Usa, nel corso del convegno annuale della società di Tossicologia ha, infatti, evidenziato che il vapore rilasciato dalle sigarette elettroniche provoca degli effetti biologici associati a malattie cardiovascolari e polmonari molto meno dannosi se paragonati a quelli provocati dal fumo delle sigarette classiche.
Nonostante le sigarette elettroniche rappresentino un valido aiuto per tutti coloro che intendono smettere di fumare, diverse misure, soprattutto negli ultimi anni, hanno provocato l'arresto e la diminuzione del loro utilizzo.
I liquidi da ricarica sono diventati Monopolio di Stato e ciò ha comportato un notevole aumento dei prezzi collegati alle e-cig. Un enorme disastro non solo per i consumatori, che hanno in breve tempo dovuto far scorta di liquidi prima che la tassazione entrasse in vigore, ma anche per le aziende produttrici, che si sono trovate a dover affrontare il pagamento delle tasse anche sui liquidi già venduti.
Questo quadro generale ha portato i produttori delle e-cig a ricorrere alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell'Uomo) la quale è stata chiamata a pronunciarsi su una sentenza della Corte Costituzionale italiana.
A partire però dal 2019, sembra nuovamente profilarsi uno scenario favorevole al commercio delle sigarette elettroniche, grazie alla riduzione della pressione fiscale e all'ingresso di una tassazione diversificata sui liquidi da ricarica.
Prima di vedere le varie normative che nel tempo hanno interessato le sigarette elettroniche in Italia fino ad arrivare all'attuale disciplina con le novità introdotte per questo 2019, cerchiamo di conoscere le varie componenti che costituiscono una sigaretta elettronica, soffermandoci sui liquidi da ricarica, oggetto – tra l'altro – di tassazione.

Componenti delle sigarette elettroniche

Tra le varie componenti di una sigaretta elettronica troviamo:
-Il drip tip è la parte grazie alla quale si può aspirare il vapore, il tubicino che viene portato alle labbra. In commercio ne esistono di diversi tipi e di vari materiali;
-Il filtro, un componente importantissimo realizzato in plastica ipoallergenica e che contiene al suo interno la cartuccia;
-La cartuccia, contenuta all'interno del filtro, viene riempita con il liquido che sarà poi vaporizzato;
-L'atomizzatore prodotto in lega di metallo leggera ma, al tempo stesso, resistente ai colpi e alle cadute. Questa componente ha anche una parte in vetro trasparente che permette al fumatore di controllare il livello di liquido al suo interno;
-La batteria ricaricabile. Alcune e-cig sono dotate di un indicatore led che rileva il livello di batteria del dispositivo;
-I liquidi da ricarica sono di due tipi: con o senza nicotina. Molti di questi sono anche aromatizzati al fine di rendere l'esperienza di svapo ancora più gradevole.
Sono stati proprio i liquidi da ricarica a interessare la normativa sulla tassazione degli ultimi anni.

Le novità introdotte con il 2018

Lo scorso anno è iniziato con un allarmismo generale tra consumatori e produttori di sigarette elettroniche. Un emendamento al decreto fiscale e uno alla Legge di Bilancio del Governo avevano introdotto importantissime novità riguardanti le e-cig.
Alcune di queste novità, nella formulazione finale della normativa, sono state in parte riviste poiché ritenute troppo rigide e dunque molto contestate, oltre che da consumatori e produttori di sigarette elettroniche, anche dagli esponenti del Movimento Cinque Stelle. L'assetto definitivo della normativa del 2018 prevedeva che i liquidi da ricarica, sia con sia senza nicotina, entrassero a far parte dei Monopoli di Stato e fossero dunque soggetti a tassazione. Ogni millilitro di liquido da ricarica era assoggettato a una tassa di 0,37 centesimi, cui andava aggiunta l'Iva: di conseguenza, un flacone da dieci millilitri arrivava a costare ai consumatori ben 5 euro in più rispetto al suo precedente prezzo.
La versione originale dell'emendamento prevedeva che i liquidi fossero venduti solo in tabaccheria, mentre quella definitiva ha previsto che potessero essere venduti anche nei negozi specializzati, solo se autorizzati dal Monopolio. Definitivamente vietata, invece, la vendita di liquidi da ricarica online.
Quello che però ha sconvolto i produttori delle e-cig è che, secondo quanto previsto, la tassazione doveva essere loro applicata in maniera retroattiva: venivano dunque chiamati a versare le tasse per i liquidi già venduti. Una manovra che avrebbe dovuto portare nelle casse dello Stato centinaia di milioni di euro ma che, nella sostanza, ha portato a un introito di soli 5 milioni.

Tassazione sulle sigarette elettroniche: chi ha favorito e l'intervento della CEDU

Ebbene, se in molti altri Paesi si pensa alla salute della popolazione, in Italia si pensa solo a come incrementare le casse dello Stato. Il Bel Paese, sin da subito, si è piazzato al secondo posto in Europa per la produzione e distribuzione di e-cig, secondo solo al Regno Unito, generando un volume di affari di ben 600milioni di euro.
L'aumento della tassazione e, contestualmente, la diminuzione dell'utilizzo di sigarette elettroniche hanno portato a una situazione di stallo: questo ha favorito il commercio francese, spagnolo e – soprattutto – tedesco che, nel frattempo, hanno guadagnato una fetta considerevole di mercato.
La situazione, divenuta ormai insostenibile, ha portato i principali sei produttori di sigarette elettroniche in Italia a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, contestando l'interpretazione che la Corte Costituzionale ha adottato in una sentenza del 2017.
La Corte Costituzionale, infatti, chiamata nel 2015, aveva dapprima ritenuto illogico equiparare i liquidi contenenti nicotina a quelli che invece ne sono privi. Invitata a pronunciarsi sullo stesso punto nel 2017, la Corte Costituzionale muta orientamento e ritiene invece legittima tale equiparazione: da ciò nasce la contestazione mossa poi innanzi alla CEDU.

Sigarette elettroniche: la nuova legge del 2019

Nello stupore generale, viene emessa una nuova legge riguardante le sigarette elettroniche, che introduce nuove disposizioni in materia fiscale e un notevole ribasso delle tasse. La nuova legge prevede:
-Per i liquidi da ricarica contenenti nicotina, una tassa di 0,0786 centesimi di euro al millilitro e quindi 80 centesimi al flacone;
-Per i liquidi da ricarica non contenenti nicotina una tassa di 0,0393 centesimi di euro per ogni millilitro e quindi 40 centesimi di euro al flacone.

Torna a essere legale la vendita online delle sigarette elettroniche precaricate e dei liquidi da ricarica, purché ogni sito abilitato alla vendita sia dotato di filtro d'accesso per i minorenni, come questo negozio sigarette elettroniche online.
Sulle imposte maturate fino al 31 dicembre 2019, è prevista una sanatoria, per cui i produttori di e-cig saranno chiamati a versare solo il 5% di quanto dovuto.

Per informazioni:
https://www.svapostore.net/
Telefono: 06.94803866

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