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Comunicato stampa

PCOS una sindrome a più facce anche senza ovaio policistico

17 febbraio 2022 | 12.41
LETTURA: 2 minuti

Milano, 17 Febbraio 2022. La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una condizione dove le ovaie producono una quantità eccessiva di androgeni, ormoni sessuali maschili, fisiologicamente presenti nella donna in quantità ridotte. Il riferimento all’ovaio policistico rimanda alla presenza di numerose piccole cisti, delle sacche piene di fluido, che formano le ovaie. In verità, non sempre questa caratteristica è presente nelle donne PCOS. Infatti, si tratta di una sindrome a più facce con manifestazioni cliniche non sempre riconducibili alla presenza di cisti ovariche.

I diversi tipi di PCOS

Nel maggio del 2003 una conferenza di esperti internazionale sulla PCOS ha prodotto i Criteri di Rotterdam, stabilendo le condizioni in presenza delle quali poter effettuare una diagnosi di PCOS. Secondo le linee guida internazionali questa può essere diagnosticata quando la paziente presenta 2 sintomi su 3 tra i seguenti: 1) oligo o anovulazione, 2) segni clinici o biochimici di iperandrogenismo, o 3) ovaio policistico.

In base ai segni e sintomi presentati dalla donna, è stato possibile identificare quattro tipi, o meglio fenotipi, di PCOS:

• Fenotipo A: presenta segni e sintomi di iperandrogenismo, disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.

• Fenotipo B: presenta iperandrogenismo e disfunzione ovulatoria.

• Fenotipo C: presenta iperandrogenismo e ovaio policistico

• Fenotipo D: presenta disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.

L’iter diagnostico dal punto di vista della donna

Data la complessità della sindrome, l’iter diagnostico non è semplice per la donna. In un’indagine online condotta su 1.385 pazienti in 32 paesi circa la metà delle rispondenti ha dichiarato di aver visitato tre o più medici prima di ricevere la diagnosi. Per il 34% ci sono voluti più di due anni. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Come ha sottolineato Helena Teede, PhD, coautrice della pubblicazione:

"Nonostante il nome fuorviante, la PCOS non è principalmente una condizione ovarica, ma un disturbo ormonale con diversi effetti sulla salute [...] L'iter per arrivare alla diagnosi deve esser migliorato e le diverse manifestazioni metaboliche, riproduttive e psicologiche devono essere comprese e affrontate".

L’importanza di una diagnosi precoce

Le conseguenze della PCOS sono sia di breve che di medio e lungo termine. La sindrome è stata infatti correlata ad un aumentato rischio di sviluppare sindrome metabolica, malattie dell’apparato cardio vascolare e diabete di tipo 2. Nel breve e medio termine, la donna si trova costretta a convivere con segni e sintomi importanti: difficoltà nella ricerca di una gravidanza, aumento di peso, acne e irsutismo per nominarne solo alcuni più comuni. Per queste ragioni, una diagnosi rapida e tempestiva è importantissima. Essa deve passare attraverso la collaborazione di più specialisti. Più volte in ambito PCOS si è ricordata l’importanza di adottare un approccio multidisciplinare e multispecialistico dove i principali riferimenti della donna devono essere l’endocrinologo, il ginecologo e il nutrizionista in primis. Anche l’intervento dello psicologo è auspicato, qualora la donna necessiti di un supporto in tal senso.

Responsabilità editoriale: TiLinko – Img Solutions srl

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