Dopo mesi al centro della scena, la doccia fredda del risultato elettorale fa perdere le sue tracce. Ironia sui siti.
Un giorno, un'ora e svariati minuti. Dura più o meno da tanto la 'latitanza' del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che è scomparso dalla tv, così come dalle piazze e dai comizi, da quando ha cominciato a capire la brutta aria che tirava per il suo partito Akp alle elezioni di ieri. Il partito resta il più votato, ma per la prima volta in 13 anni non ha raggiunto la maggioranza necessaria per governare da solo. Così Erdogan ha fatto perdere le sue tracce e, a mo' di sfottò, un sito ha pubblicato un contatore che, secondo dopo secondo, segna il tempo del suo insolito silenzio (http://www.tickcounter.com/countup/20150607023000pm/w433/President_Erdo%C4%9Fan_Has_Been_Off-Air_For...?utm_source=widget&utm_medium=widget).
E' proprio l'assenza, certo temporanea, di Erdogan la principale novità del dopo-elezioni. Negli scorsi mesi il presidente ha monopolizzato la scena politica e la campagna elettorale, viaggiando in tutto il paese e oltre (a maggio è andato a fare campagna per l'Akp tra gli espatriati in Germania), ha rilasciato decine di interviste e media 'amici', ha attaccato con veemenza ogni 'nemico', dai partiti rivali ai giornalisti, dagli armeni agli omosessuali. Tanto che i partiti di opposizione hanno fatto ricorso ai giudici (senza ottenere risultati) per denunciare la violazione della neutralità della sua carica. Ma per ora il suo silenzio è totale e sono un pacato e breve comunicato del suo ufficio ha commentato il voto.
