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Iraq: a Baghdad 700 famiglie cristiane fuggite da violenze Is a Mosul

29 ottobre 2014 | 14.29
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Sono 700 le famiglie che hanno trovato rifugio a Baghdad dopo essere fuggite dalle violenze dei miliziani dello Stato islamico (Is) a Mosul e che ora chiedono di lasciare il Paese. E' quanto ha dichiarato al sito di notizie iracheno 'Al Mada Press' Raad Jalil, direttore dell'Ufficio per gli Affari religiosi competente per cristiani, yazidi e sabei.

Iraq: a Baghdad 700 famiglie cristiane fuggite da violenze Is a Mosul

Sono 700 le famiglie che hanno trovato rifugio a Baghdad dopo essere fuggite dalle violenze dei miliziani dello Stato islamico (Is) a Mosul e che ora chiedono di lasciare il Paese. E' quanto ha dichiarato al sito di notizie iracheno 'Al Mada Press' Raad Jalil, direttore dell'Ufficio per gli Affari religiosi competente per cristiani, yazidi e sabei.

"Il numero delle famiglie sfollate è in continuo aumento", ha detto Jalil, spiegando che "i cristiani vivono in condizioni difficili, sono stati accolti nelle scuole, nelle sedi dei partiti cristiani e nelle chiese, mentre altri abitano presso parenti o hanno affittato case". Jalil ha messo in evidenza che "i fondi a disposizione sono molto scarsi e non bastano a coprire le necessità degli sfollati".

Dal canto suo, un esponente dell'ufficio dell'Oim a Baghdad, Ammar Muhammad, ha detto che l'organizzazione "ha registrato fino ad oggi più di 19mila e 800 famiglie sfollate a Baghdad" e provenienti dalle località dove l'Is ha preso il controllo, confiscando le case e i beni della popolazione e costringendola alla fuga.

Come ha raccontato una cristiana fuggita da Mosul, Ikhlas Yousef, "noi abbiamo subito una vera persecuzione da parte dell'Is e ora viviamo in condizioni estremamente difficili". Ikhlas ha fatto appello all'Onu ad "aiutare gli sfollati dando loro la possibilità di emigrare dall'Iraq, poiché questa è la cosa migliore per loro, visto che l'Is ha sequestrato tutti i loro beni". Al governo di Baghdad, Ikhlas ha chiesto "opportunità di lavoro" affinché gli sfollati possano provvedere ai bisogni delle loro famiglie.

Una dura condanna per quanto sta accadendo in Iraq è arrivata anche dal patriarca della Chiesa caldea, Louis Sako, il quale ha ricordato che "le minacce dell'Is ai cristiani di Mosul, costretti a scegliere tra la conversione all'Islam, il pagamento di una tassa o la fuga altrove, sono totalmente contrarie ai principi della religione islamica". Sako ha avvertito che "l'Iraq è sull'orlo di una crisi umanitaria, civile e storica" per scongiurare la quale "bisogna risolvere il problema del terrorismo".

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