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Siria: leader opposizione deluso da Occidente, sostegno inadeguato

12 marzo 2015 | 13.15
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Al contrario, Iran e Russia hanno stilato un 'patto d'acciaio' pro Assad. Il presidente siriano, dice, se ne andrà solo se minacciato.

Siria: leader opposizione deluso da Occidente, sostegno inadeguato

E' un sostegno inadeguato quello che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altri Paesi occidentali stanno fornendo all'opposizione siriana rispetto a a quello ''d'accaio'' che invece Iran e Russia danno al regime di Bashar al-Assad. Lo sostiene il nuovo leader della Coalizione nazionale delle forze di opposizione siriana, Khaled Khoja, che si dice deluso del supporto fornito dall'Occidente ai ribelli moderati che dal marzo del 2011 stanno combattendo contro Damasco. Khoja definisce poi uno ''scherzo'' il pieno Usa di addestrare ed equipaggiare 15mila ribelli siriani nei prossimi tre anni e si chiede come mai Washington abbia deciso di bypassere l'Esercito libero siriano, una coalizione di gruppi non jihadisti impegnati a combattere sia le forze di Assad, sia lo Stato Islamico (Is). ''Gli americani non vogliono coordinarsi con l'Esercito libero siriano - ha detto Khoja al Guardian - Non c'è la volontà dei nostri alleati. Abbiamo tanti alleati e un mucchio di promesse paragonate a quello che il regime ha ricevuto''.

Riferendosi ai sostenitori di Assad, ovvero Russia e Iran, il leader dell'opposizione siriana ha affermato che questi ''hanno stretto un 'patto d'acciaio' (citando l'accordo tra Hitler e Mussolini nel 1939, ndr)''. Molto più efficace, ha sostenuto, rispetto a quello dei 114 Paesi che fanno parte del gruppo 'Amici del popolo siriano' e che hanno solo fatto un ''patto di cartone''.

Khoja, 49 anni ed esponente della minoranza turkmena in Siria, è considerato il volto nuovo dell'opposizione siriana e in grado di attirare l'attenzione sulla crisi siriana in un momento in cui la comunità internazionale è focalizzata sulla minaccia posta dall'Is e considera Assad un ''male minore'' rispetto ai jihadisti. Khoja si dice comunque ottimista sul fatto che Assad possa essere deposto e che possano riprendere i colloqui in stallo a Ginevra, sottolineando la necessità di unità interna e di avanzamento militare. ''Dobbiamo essere più uniti sotto un'unica bandiera e con l'obiettivo di creare una nuova Siria, democratica, civile, pluralistica e basata sulle libertà individuali e i diritti collettivi'', ha spiegato.

Negli ultimi giorni la Coalizione nazionale delle forze di opposizione siriana ha iniziato un dialogo con l'Ufficio di coordinamento nazionale, un gruppo di opposizione tollerato dal regime, e con le ''forze rivoluzionarie'' sul campo. In passato la Coalizione è apparsa come un interlocutore di poco peso per il limitato controllo sui combattimenti interni in Siria, dove domina frammentazione e divisioni settarie.

Per quanto riguarda il ruolo delle Nazioni Unite in Siria, Khoja appare scettico circa la proposta formulata dall'inviato Staffan de Mistura per una tregua su Aleppo, la seconda città del Paese devastata dai barili bomba lanciati dall'aviazione di Damasco. ''E' il regime che sta bombardando. Noi non abbiamo elicotteri per attaccarli. Non abbiamo nemmeno milizie guidate dall'Iran o uomini di Hezbollah. Il regime ha detto che avrebbe fermato gli attacchi per sei settimane. E non si è fermato nulla. Non ci si può fidare di Bashar al-Assad. Assad non lascerà il potere fino a quando non verrà minacciato'', ha affermato. L'unico modo per farlo, ha aggiunto, è quello di creare ''zone sicure'' nel nord protette dagli Usa o dalla Nato, come ha proposto la Turchia.

Il presidente della Coalizione ha anche spiegato di essere rimasto amareggiato per gli attacchi condotti dal regime con armi chimiche nell'agosto del 2013 che hanno superato la ''linea rossa'' posta dal presidente Usa Barack Obama sulla Siria. Il fatto che gli Stati Uniti non abbiano risposto militarmente all'uccisione di 1.300 persone ha dato ad Assad "il bacio della vita", ha detto. "Bashar ha ritenuto che le linee rosse si fossero trasformate in luce verde per commettere ulteriori massacri contro il popolo siriano", ha dichiarato.

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