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Siria: in arrivo curdi dalla Turchia per difendere nord da jihadisti

15 luglio 2014 | 12.29
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L'Isil insidia le località sotto il controllo dei gruppi curdi e così dal paese vicino sono già arrivati 800-900 militanti inviati dal Pkk e da altre formazioni

Siria: in arrivo curdi dalla Turchia per difendere nord da jihadisti

Centinaia di curdi turchi hanno imbracciato le armi e hanno attraversato il confine con la Siria per combattere contro i jihadisti dello Stato islamico, che insidiano le aree del nord sotto il controllo dei curdi siriani. Lo scrive il sito turco 'World Bulletin', ricordando che lo Stato islamico ha lanciato circa due settimane fa un'offensiva contro Ain al-Arab (Kobani per i curdi), località sul confine con la Turchia di cui i curdi delle Unità per la protezione del popolo (Ypg) hanno preso il controllo meno di un anno dopo l'esplodere della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad.

Secondo fonti curdo-siriane, i jihadisti usano contro la città armi pesanti arrivate dall'Iraq, compresi missili e veicoli corazzati Humvee di fabbricazione statunitense trafugati nel paese vicino. "I nostri fratelli del Kurdistan del Nord (il sud-est della Turchia, ndr) hanno lanciato una campagna per inviare giovani a proteggere Kobani", ha spiegato Redur Xelil, portavoce di Ypg. "Ci sono già tanti giovani - ha proseguito - che hanno attraversato il confine e ora sono in prima linea al fianco di Ypg, con l'obiettivo di respingere lo Stato islamico".

Una versione confermata da una fonte turca della sicurezza, secondo la quale è il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), gruppo fuorilegge con il quale la Turchia è impegnata in negoziati di negoziati di pace, a inviare i suoi uomini in Siria. Sabato scorso, inoltre, l'Unione delle comunità curde (Kck), raggruppamento politico di varie formazioni curde attive in Turchia, compreso il Pkk, ha diffuso un comunicato con il quale chiede a "tutti i curdi" di andare a Kobani per "partecipare alla resistenza" contro lo Stato islamico, il cui attacco "è contro l'intero popolo del Kurdistan".

Rami Abdurrahman, fondatore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, ha confermato l'arrivo dalla Turchia di almeno 800-900 combattenti curdi ad Ain al-Arab. Ma intanto, sempre secondo Abdurrahman, lo Stato islamico è riuscito in pochi giorni a conquistare una decina di villaggi intorno alla città siriana, che finora erano controllati dai gruppi curdi.

Per il fondatore dell'ong che raccoglie e divulga gli aggiornamenti sulla crisi siriana, i jihadisti ritengono fondamentale conquistare Ain al-Arab, visto che, su 300 chilometri circa di frontiera con la Turchia, è l'unica area che non controllano.

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