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Siria: rimozione armi chimiche, collaborazione internazionale senza precedenti (2)

30 giugno 2014 | 12.21
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(Aki/Washington Post) - Una storia che comunque annovera anche passi indietro, rinvii e discussioni. In almeno un'occasione gli agenti chimici, imbarcati nel porto di Latakia, sono stati per mesi al caldo a bordo di una nave ormeggiata nel Mar Mediterraneo. Ma gli sforzi sono stati anche mirati a far coincidere le posizioni di decine di Paesi, alcuni di loro nemici giurati. La completazione del lavoro significa comunque poco, se non nulla, per le migliaia di civili siriani che soffrono gli effetti di una guerra civile che va avanti dal marzo del 2011. Lo smaltimento delle armi chimiche, infatti, non porta con se' la fine dei bombardamenti condotti dall'aviazione siriana su zone civili, anche con barili bomba, o la crescente minaccia degli estremisti islamici in Siria o nel vicino Iraq. Ma ha ridotto le scorte mondiali di armi chimiche e, in prospettiva, evitato ulteriori sofferenze alla popolazione civile.

''E' solo l'inizio, ma sono soddisfatto di aver portato a termine questa operazione'', ha detto Sigrid Kaag, a capo della missione congiunta delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), che ha parlato di progetto ''pragmatico ed evoluto''. Per la prima volta nell'estate del 2012, si ha avuto la certezza che Assad era in possesso di armi chimiche, mai prima usate contro la popolazione civile. La prima preoccupazione dell'Amministrazione Obama è stata che queste armi chimiche potessero ''finire nelle mani sbagliate'', anche per il crescente ruolo delle forze estremiste islamiche con legami con al-Qaeda all'interno dell'opposizione siriana. E per questo ha pensato di agire. (segue)

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