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Sud Sudan: Msf contro missione Onu, indifferente rispetto a 21mila sfollati

09 aprile 2014 | 13.23
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(Aki) - La missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Sud Sudan è stata duramente criticata da Medici senza Frontiere per la presunta totale indifferenza degli operatori rispetto alle squallide condizioni di vita di circa 21mila sfollati costretti a vivere in una porzione della sede Onu a Juba. Qui il 15 dicembre scorso sono scoppiati violenti scontri tra le truppe del governo del presidente Salva Kiir e i ribelli fedeli all'ex vice presidente Riek Machar, poi estesisi al resto del Paese. Le accuse formulate da Msf sono inusuali in quanto l'organizzazione caritatevole collabora con le Nazioni Unite in molti Paese e queste rappresentano una fonte essenziale per gli aiuti in Sud Sudan, dove si sta registrando la peggiore crisi umanitaria dell'Africa e forse del mondo. Circa 3,7 milioni di persone in Sud Sudan, un terzo della popolazione, sono a rischio carestia, hanno denunciato l'Onu, mentre centinaia di migliaia sono sfollati.

Invece, secondo Msf, la missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan non ha risposto alle ripetute richieste caritatevoli per migliorare le condizioni alla base di Juba, Tomping, dove vivono gli sfollati separati da filo spinato dai funzionari Onu. ''E' vergognosa la decisione dell'Onu di non voler migliorare le condizioni a Tomping'', ha detto il coordinatore di Msf Carolina Lopez. ''Le persone vivono nei canali di scolo naturali perché non c'è altro spazio'', ha aggiunto.

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