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Trump contro tutte: "Michelle Obama cattiva, Harris fascista"

Il tycoon attacca prima l'ex first lady durante il suo comizio di sabato scorso in Michigan, poi, la sfidante alla Casa Bianca

Donald Trump, Michelle Obama e Kamala Harris (Afp)
Donald Trump, Michelle Obama e Kamala Harris (Afp)
29 ottobre 2024 | 12.49
LETTURA: 4 minuti

"Michelle Obama è cattiva. Kamala Harris? Fascista". Donald Trump non risparmia gli attacchi alle avversarie donne, da Hillary Clinton a Nancy Pelosi fino a Kamala Harris. Per la moglie di Obama utilizza il termine 'nasty', rispondendo agli attacchi di lei durante il comizio di sabato scorso in Michigan.

"Io ho cercato di essere sempre gentile e rispettoso, ma lei ha aperto il vaso, è stata cattiva, non avrebbe dovuto farlo, ha fatto un grande errore", ha detto l'ex presidente.

Trump replica, poi, alle accuse di Kamala Harris, che l'ha definito "fascista", e di chi ha paragonato il suo evento elettorale di domenica notte al Madison Square Garden a un raduno filonazista che si svolse nella famosa arena newyorkese nel 1939. "Il nuovo argomento di Kamala e della sua campagna è che chiunque non voti per lei è nazista", ha detto l'ex presidente che ha raccontato come, quando era giovane, suo padre gli "diceva sempre di non usare mai la parola nazista e il nome di Hitler". I democratici invece, ha proseguito, "usano quella parola, dicono 'lui è Hitler, lui è un nazista".

"Io non sono un nazista, sono l'opposto di un nazista, lei è una fascista", ha concluso il tycoon, che è stato definito fascista dai due generali a riposo che hanno lavorato con lui, l'ex capo dello staff della Casa Bianca, John Kelly, e l'ex capo degli Stati Maggiori Riuniti, Mark Milley. "Bisogna fidarsi delle persone che lo conoscono meglio su questo aspetto", ha detto Harris nel definire Trump un fascista.

A parlare di "un diretto parallelismo" tra il rally pro Trump - durante il quale sono stati fatti attacchi razzisti, sessisti e xenofobi - e quello filonazista di 85 anni fa è stato il candidato democratico alla vice presidenza, Tim Walz. Un paragone contro cui si è scagliato il veep di Trymp, Jd Vance: "Hanno deciso di paragonarci letteralmente ai nazisti per esserci riuniti nel Madison Square Garden e celebrare gli Stati Uniti d'America. Queste sono le stesse persone che ci chiamano razzisti per voler avere confini sicuri".

Sondaggio Cnn, Harris e Trump in parità in Arizona e Nevada

A una settimana esatta dall'election day, continua il testa a testa sul filo del rasoio tra Kamala Harris e Donald Trump, sia a livello nazionale che negli Stati chiave che decideranno il duello elettorale. Come Arizona e Nevada, i due stati del Southwest, considerati 'battleground', terreno di scontro tra i due candidati, dove un nuovo sondaggio realizzato da Ssrs per la Cnn, la democratica e il repubblicano sono praticamente alla pari.

In Arizona, Harris viene data in tesa con il 48%, appena un punto avanti a Trump che è al 47%. Mentre in Nevada, la situazione è rovesciata, l'ex presidente al 48% e la vice presidente al 47%. E il poll sottolinea come questa situazione praticamente di parità si registra quando grandi percentuali di elettori hanno già votato e quindi si è ristretto il numero degli indecisi o di quelli che possono cambiare idea.

Infine, da notare che mentre la situazione è praticamente invariata in Nevada da agosto, in Arizona si registra un miglioramento per Harris, che ha migliorato le sue posizioni con la base elettorale dem, composta dal voto di donne, ispanici e giovani. In particolare la democratica registra in Arizona un netto vantaggio tra le donne, 16 punti di vantaggio, bilanciato comunque da quello, 14 punti, di Trump tra gli uomini.

Scarcerato Steve Bannon

Steve Bannon è stato rilasciato da un carcere federale a pochi giorni dall'Election Day. L'ex consigliere di Donald Trump, strenuo sostenitore dell'ex presidente, è stato accolto all'uscita dall'istituto di pena dalla figlia Maureen, rende noto la Cnn citando alcune fonti. Nel 2022 Bannon era stato condannato per due capi d'accusa di oltraggio al Congresso per essersi rifiutato di rispettare un mandato di comparizione della Commissione della Camera dei Rappresentanti che indagava sull'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.

Anche quando a luglio era stato rinchiuso nella prigione federale del Connecticut, Bannon aveva assicurato che avrebbe continuato a influenzare la corsa presidenziale da dietro le sbarre e che il suo podcast 'War Room' avrebbe continuato a stimolare la base di Trump. War Room, che compariva spesso nella Top Podcast di Apple prima che Bannon finisse in prigione, è uscito dalle classifiche all'inizio di luglio, secondo i dati di Podchaser.

Sebbene lo show di Bannon sia visto principalmente come stimolante per la base di Trump, i dati sui podcast di Edison Research hanno rilevato che se quasi la metà dell'audience di Bannon è composta da repubblicani, un terzo degli ascoltatori è costituito da indipendenti.

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