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Expo 2030, Noury: 'Riad reprime dissenso, non dimentichiamo Khashoggi'

21 giugno 2023 | 10.41
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"Posizione Francia non meraviglia, predilige affari a diritti umani"

Expo 2030, Noury: 'Riad reprime dissenso, non dimentichiamo Khashoggi'

E' sbagliato assegnare l'Expo 2030 a Riad "proprio per la situazione catastrofica dei diritti" in Arabia Saudita dal momento che eventi come l'Esposizione universale, conferenze internazionali o anche sportivi, "se si assegnano a Stati in cui la società civile non ha modo di esprimersi, non c'è libertà di stampa e ogni forma di dissenso viene punita con il carcere, hanno unicamente l'obiettivo di puntellare la reputazione dello Stato a cui sono assegnati e non producono alcun miglioramento sul piano dei diritti umani". Lo afferma all'Adnkronos Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando la possibilità che il regno del Golfo possa avere la meglio sulle candidature di Roma e Busan ed ospitare l'Expo tra sette anni.

Ricordando il "terribile delitto" di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente saudita ucciso nel consolato del suo Paese a Istanbul da una squadra di sicari partita dalla monarchia del Golfo, Noury sottolinea che quell'omicidio è finita "nella più completa impunità", esortando "a tenere buona memoria" di quanto accaduto all'editorialista del Washington Post e dei "crimini di guerra" commessi dai sauditi in Yemen.

L'assegnazione dell'Expo 2030 all'Arabia Saudita, incalza il portavoce di Amnesty Italia, "sarebbe l'ennesima figurina che il principe della corona Mohammed bin Salman attacca sull'album dei grandi eventi". Noury sottolinea che nel regno "i difensori dei diritti umani sono tutti in carcere, nel 2022 c'è stato il record di esecuzioni degli ultimi 30 anni, ben 196, e siamo già ad oltre 50 quest'anno. L'elemento nuovo è la persecuzione dell'attivismo online, con molte donne condannate a decine di anni di carcere solo per aver scritto tweet".

Noury commenta quindi l'appoggio francese alla candidatura di Riad, dicendo di non essere meravigliato perché Parigi, come dimostra anche la concessione della Legion d'onore al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, "predilige gli affari e i vantaggi che ne derivano rispetto alla situazione dei diritti umani. E usando anche una retorica fallace. La Francia dice che con questi Paesi bisogna parlarci, ma parlarci non significa sostenere acriticamente una candidatura - conclude - Non ha a che fare con i diritti umani, ma mi aspetterei che in un contesto europeo venga appoggiata l'unica candidatura europea".

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