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Gb: pubblicate le lettere segrete di Carlo a Blair e ministri

Dopo una battaglia legale durata 10 anni il Guardian ottiene la diffusione dei 'black spider memos'. In una nota inviata all'allora premier il principe si dice preoccupato per i mezzi a disposizione delle truppe in Iraq

Il principe Carlo insieme alla moglie Camilla all'arrivo ad una cerimonia pubblica a Westminster (Foto Afp)
Il principe Carlo insieme alla moglie Camilla all'arrivo ad una cerimonia pubblica a Westminster (Foto Afp)
13 maggio 2015 | 19.27
LETTURA: 5 minuti

Dopo una battaglia legale durata 10 anni tra il Guardian e il governo, solo a partire dalle 16 (ora locale) sono finalmente stati pubblicati i cosiddetti 'black spider memos' , le lettere segrete inviate dal principe Carlo a vari membri del governo britannico, tra i quali il premier Tony Blair, tra il 2004 e il 2005. Vari gli argomenti trattati dall'erede al Trono nei 'memo del ragno nero', così ribattezzati per l'inchiostro nero utilizzato e per l'abitudine del principe di sottolineare le parole. Si va dalle questioni ambientali e della campagna inglese a quelle delle risorse per le forze armate ai problemi dei produttori di latte.

In una lettera indirizzata al primo ministro Blair l'8 settembre del 2004, la più controversa, Carlo dopo una visita alle truppe in Irlanda del Nord si diceva preoccupato per i mezzi a disposizione dei militari britannici in Iraq. In particolare, delle "scarse prestazioni" dell'elicottero da attacco Lynx alle "alte temperature". A causa dei ritardi nell'acquisizione di nuovi elicotteri, il principe affermava di "tenere che questo sia un esempio di come alle nostre forze armate sia richiesto un compito estremamente impegnativo (in particolare in Iraq) senza le necessarie risorse".

Negli anni, i governi britannici, con un costo di 400mila sterline per le spese legali, hanno bloccato la pubblicazione delle lettere sostenendo che la loro diffusione avrebbe rischiato di compromettere la "posizione di neutralità politica" del principe Carlo, destinato a diventare re. Le lettere - in tutto 27 memo spediti da Carlo a lui indirizzati dal premier e da sei ministri- fanno riferimento ad un periodo compreso di otto mesi compreso tra il settembre del 2005 e l'aprile del 2005.

La loro diffusione arriva dopo il via libera della Corte Suprema che il 26 marzo scorso, dopo anni di processi e sentenze, aveva appoggiato la richiesta avanzata nel 2005 dal giornalista del quotidiano londinese, Rob Evans, che, appellandosi al Freedom of Information Act, chiedeva che le lettere diventassero pubbliche. Una decisione che non è piaciuta al governo e che il primo ministro David Cameron ha definito "profondamente deludente", aggiungendo anche che andava difeso "il principio secondo il quale i membri della famiglia reale possono esprimere la propria opinione al governo in modo confidenziale".

"Abbiamo combattuto perché ritenevamo - e i giudici più autorevoli del Paese hanno concordato - che la famiglia reale debba operare allo stesso livello di trasparenza di chiunque altro tenti di far sentire la propria influenza nella vita pubblica". ha commentato il direttore uscente del Guardian Alan Rusbridger. Dopo avere ottenuto la sua vittoria, il quotidiano britannico rilancia e oggi rivela che dall'inizio del 2010, Carlo ha avuto 87 incontri con vari ministri, leader dei partiti di opposizione e alti funzionari di governo. Inoltre, dall'inizio di quest'anno e fino all'avvio della campagna elettorale il principe ha incontrato, tra gli altri, David Cameron, la leader dell'Snp Nicola Sturgeon, il ministro dell'Istruzione Nicky Morgan e l'allora ministro per la Scozia Alistair Carmichael.

Stamattina, Carlo è stato intercettato dai giornalisti mentre si recava in visita a Marks & Spencer nella londinese Oxford Street. A chi gli chiedeva se fosse "preoccupato" per la diffusione delle lettere, il principe ha semplicemente risposto: "Molto prevedibile". Un suo portavoce ha poi dichiarato che le lettere mostrano "il principe di Galles esprimere preoccupazione su temi che egli ha sollevato in pubblico, quali lo stato dell'agricoltura, la preservazione e la ristrutturazione di edifici storici, il reimpiego di edifici ospedalieri in disuso, lo sviluppo professionale degli insegnanti ed altro". Tuttavia, sottolinea il portavoce, il principe Carlo "ritiene, come hanno fatto i governi che si sono succeduti, di avere il diritto alla riservatezza delle sue comunicazioni".

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