E' una notizia "molto positiva", ora "proviamo a ricostruire quello che si è rotto tra noi in Egitto e l'Italia a causa del caso Regeni e di quello di Patrick George Zaki". Lo afferma in un'intervista ad Aki-Adnkronos International Mohamed Anwar El Sadat, nipote dell'ex presidente egiziano assassinato nel 1981 e leader del Partito Riforma e Sviluppo, commentando la decisione del tribunale di Mansoura, che ha ordinato la scarcerazione dello studente dell'Università Alma Mater di Bologna in attesa di una nuova udienza del processo fissata il primo febbraio.
"Spero che le relazioni possano tornare alla normalità. Dobbiamo provare a trovare i modi ed i mezzi per il nostro beneficio reciproco e per i nostri rapporti storici", prosegue Sadat, precisando di aver seguito "da vicino" il caso Zaki. "Sono stato in contatto anche con l'ambasciatore italiano al Cairo ed erano tutti felici per la notizia", aggiunge il nipote dell'ex presidente definendo "promettente" la piega che ha preso il processo.
"La cosa più importante ora è che (Zaki, ndr) possa riunirsi con la sua famiglia ed i suoi amici e che si rilassi", spiega dicendosi convinto anche che "il nostro procuratore generale non farà appello contro la decisione del tribunale di rilasciarlo".
Secondo il leader del Partito Riforma e Sviluppo, lo studente "può anche iniziare ad avere contatti con la sua Università", ricordando che è "motivo di interesse di tutti" che possa continuare i suoi studi e le sue ricerche in ambito accademico.
Sadat "dubita" tuttavia che le autorità egiziane possano permettergli di viaggiare in Italia fino al primo febbraio. "Dobbiamo vedere, forse c'è una possibilità - conclude - ma con le restrizioni Covid a nessuno piace molto viaggiare in Europa oggigiorno".