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Russia: le zarine dello stile che rimangono lontane dal Cremlino

30 novembre 2014 | 14.54
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Una fotografia scattata a Parigi ha consacrato, se non il nuovo potere femminile, quantomeno il suo stile. Sei donne sorridenti, eleganza minimale, decolletes rosse, verdi, blu, grigie, si girano per guardare l'obiettivo. E' il 2012, la crisi è ancora lontana, ma il cosmopolitismo rimane saldo nell'élite, a maggior ragione per quanto di diverso, immediatamente riconoscibile e 'russo' porta con sé.

Russia: le zarine dello stile che rimangono lontane dal Cremlino

Le zarine della nuova Russia da tempo non vanno cercate al Cremlino. Tuttora, malgrado le sanzioni, le si trova altrove. Una fotografia, scattata a Parigi, alle Tuileries, ha consacrato, se non il nuovo potere femminile, quantomeno il suo stile. Sei donne sorridenti, eleganza minimale, decolletes rosse, verdi, blu, grigie, si girano per guardare l'obiettivo. E' il 2012, la crisi è ancora lontana, ma il cosmopolitismo rimane saldo nell'élite, a maggior ragione per quanto di diverso, immediatamente riconoscibile e 'russo' porta con sé. Del resto, in quale altro paese una matematica avrebbe potuto diventare una delle protagoniste indiscusse del mondo dell'arte?

Nella foto pubblicata da Vogue compaiono Ekaterina Mukhina, Elena Perminova, Natalia Vodianova, Ulyana Sergeenko, Vika Gazynskaya e Miroslava Duma. Sono modelle, stiliste, benefattrici, c'è anche l'editrice e direttrice del sito di notizie di moda, stile e cultura Buro 24/7. Non più soltanto mogli di miliardari o figlie di politici. Donne come loro, russe come loro, sono riuscite a imporre il colore a un mondo, quello della moda, che da anni si definiva nel nero dei vestiti delle sue adepte.

In epoca sovietica, l'unica moglie di un segretario generale del Partito ad aver avuto un ruolo importante era stata Raissa Gorbaciova, anche lei portatrice di stile e colori nuovi, non amata dai russi prima ancora che al marito fossero attribuite tutte le responsabilità per il crollo dell'Urss e le difficoltà degli anni Novanta, ma a cui Mikhail Sergeevich si appoggiava e chiedeva consiglio. Prima di lei, nel Cremlino sovietico solo una lunga serie di storie sfortunate e vite infelici.

Dopo Raissa, dopo la "famiglia" di Eltsin, in cui spiccava per influenza la figlia Tatyana, potere reale, forse una futura investitura a zarina, lo sta acquistando anche la (presunta) compagna non ufficiale di Vladimir Putin, l'ex ginnasta Alina Kabaeva, che nei mesi scorsi ha lasciato la Duma, dove era stata eletta nelle fila di Russia unita anni prima, per essere nominata capo del consiglio di amministrazione del Gruppo nazionale per i media del 'banchiere del Cremlino' Yuri Kovalchuk, un impero che controlla fra l'altro quote dell'emittente televisiva Pervoy Kanal, indirettamente di Gazprom Media, e di Izvestia.

Per rimanere nel campo dell'informazione, ha i poteri di una zarina Margarita Simonyan, la direttrice di Rossiya Segodnya, il polo dell'informazione in cui sono confluite l'emittente televisiva RT, di cui è stata anche la fondatrice, e l'agenzia di stampa Ria Novosti, e che sarà incluso in Sputnik, il progetto del Cremlino 'per offrire un punto di vista diverso da quello occidentale' al cui sviluppo sono stati assicurati ingenti finanziamenti.

Meno visibile di questi tempi la fondatrice e ceo del canale televisivo indipendente Dozhd Natalia Sindeyeva (il canale è boicottato sulle piattaforme via cavo e satellite russe dopo la messa in onda di un programma, lo scorso anno, in cui veniva messa in discussione l'efficacia della resistenza di Leningrado durante la Grande guerra patriottica). Per 14 anni producer alla radio Serebryanny Dozhd, poi, nel 2009, fondatrice dell'emittente tv, che prima del recente sfratto occupava gli spazi hipster dell'ex fabbrica di cioccolato Ottobre rosso di Mosca. Host dell'emittente, così come di numerose altre tv, l'oppositrice di Putin è protagonista della vita mondana di Mosca e trendsetter Ksenya Sobchak.

Nel mondo dell'arte, la zarina indiscussa è Inna Bazhenova, matematica, fondatrice, nei primi anni Novanta, di società per il trasferimento di tecnologia dell'aeronautica al campo del petrolio e del gas e, da una decina d'anni, collezionista e ora, annuncio appena fatto alla Tate di Londra, proprietaria del giornale più autorevole del settore The Art Newspaper. Le contende il posto l'iconica direttrice del Museo delle arti multimediali di Mosca, la regista e storica dell'arte Olga Sviblova. Entrambe, di casa a Venezia.

Meritano una citazione anche la 33enne Dasha Zhukova, fondatrice cinque anni fa della galleria d'arte contemporanea di Mosca Garage (e moglie del miliardario Roman Abramovich) e la sorella di Mikhail Prokhorov, il miliardario che si era candidato alle elezioni presidenziali del 2012, Irina Prokhorova, zarina della letteratura a Mosca, anima della casa editrice NLO e della Fondazione di famiglia che sponsorizza traduzioni di autori russi all'estero.

Vika Gazinskaya, una delle sei protagoniste della foto, è la portabandiera della nuova moda russa. In pochi anni, dopo il suo ancora recente esordio a Parigi, le sue collezioni sono entrate nei negozi più esclusivi d'Europa. Ma sono molte le nuove stiliste russe oramai affermate: Sasha Wider, Cyrille Gassiline,Yulia Vorobieva, Ulyana Sergeenko (anche lei nella foto), Lesia Paramonova, Gosha Rubchinskiy, solo per citarne alcune.

Si occupano di media, It, comunicazione d'impresa e capitali di investimento le zarine degli affari citate in una classifica pubblicata tempo fa dal sito di notizie Moscow Times. Sono Masha Drokova, direttore della comunicazione della Runa Capital, già presentatrice e producer tv, prima ancora esponente del gruppo giovanile putiniano Nashi, e poi a capo di una sua agenzia di media. Marina Malykhina, ceo e fondatrice, già nel 1997, quando era ancora studentessa, della società per le ricerche di mercato Magram Market Research e poi della catena di centri fitness Republika.

Inna Alexeyeva, fondatrice, otto anni fa, e ceo di Pr Partner specializzata nel settore della finanza, immobiliare e dei beni di consumo. Yelena Ivashentseva, partner di Bvcp, (Baring Vostok Capital Partner) una delle maggiori societa' di private equity in Russia, che fra l'altro ha gestito la capitalizzazione del motore di ricerca russo Yandex al Nasdaq. Tina Kandelaki, partner del gruppo per la comunicazione Apostol, presentatrice e produttrice televisiva e proprietaria del ristorante di lusso georgiano di Mosca Tinatin.

Alyona Vladimirskaya, fondatrice e ceo di Pruffi, una delle principali agenzie di recruitment nel 2010. Lyubov Simonova, responsabile di Almaz capital, una società di capital venture specializzata in realtà tecnologiche. Marina Kolesnik, con un Mba ad Harvard e una esperienza in McKinsey, fondatrice della startup Oktogo.ru, il principale sito di viaggi e di prenotazioni alberghiere in Russia. Molto potere, anche se sempre sotto l'occhio vigile del Cremlino, ha la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina.

In politica spicca la presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matvienko. Non ha molto potere reale "ma compare spesso in televisione", ha notato in un'intervista al Washington Post Nadezhda Shevdova, analista del Centro per gli studi sociali e politici dell'Istituto per gli Stati Uniti e il Canada, sottolineando la scarsità di donne sulla scena politica del paese.

L'unica generale donna delle Forze armate russe, Yelena Knyazeva, ha tenuto a precisare che "per le donne è meglio sposarsi, fare figli e crescere figli che servano la madrepatria": un'altra prova che se una donna vuole esercitare influenza in Russia, oggi come per tutto il Novecento, Cremlino e dintorni non sono sempre il posto giusto in cui fermarsi.

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