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Migranti invadono ferrovia a confine Macedonia, interviene la polizia greca

23 febbraio 2016 | 09.24
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Un migrante con i suoi averi arriva a Idomeni (foto Afp)
Un migrante con i suoi averi arriva a Idomeni (foto Afp)

La polizia greca è intervenuta questa mattina per liberare la linea ferroviaria al confine con la Macedonia, dopo che centinaia di migranti avevano invaso i binari per protesta. "L'operazione è iniziata", ha confermato Xanthoula Soupli, sindaco della città greca di confine di Idomeni.

Sono circa 900 i migranti che da ieri sera avevano invaso i binari, per protestare contro la decisione della Macedonia di bloccare il passaggio ai migranti afghani o privi di documenti. A causa del blocco, da ieri a Idomeni sono ammassati circa 4mila migranti in attesa di passare il confine, mentre altri 8mila vengono trattenuti al porto del Pireo. Questa mattina altri 1250 migranti sono sbarcati al Pireo, ha reso noto la Guardia Costiera ellenica. Le autorità cercano di radunare i migranti nel centro di raccolta di Schistò, vicino ad Atene, ma alcuni sono riusciti a sfuggire ai controlli e stanno cercando di dirigersi verso nord.

La Grecia ha lanciato un'offensiva diplomatica verso la Macedonia per ottenere la riapertura del confine. Skopje risponde per il momento ad Atene di essere stata costretta a vietare il passaggio degli afghani, dopo che l'Austria ha imposto un limite massimo di 80 richiedenti asilo al giorno. Gli afghani sono circa un terzo dei migranti, ma la decisione della Macedonia ha un impatto anche su tutti i siriani e gli iracheni che hanno perso i documenti durante la traversata dalla Turchia e la Grecia e non possono quindi provare la loro nazionalità.

"Ancora una volta - si è sfogato alla televisione pubblica Ert il ministro ellenico per i Migranti, Yiannis Mouzalas - l'Unione Europea ha votato per qualcosa, ha raggiunto un accordo, ma alcuni Paesi cui manca la cultura dell'Unione Europea, Austria inclusa, hanno violato l'accordo meno di dieci ore dopo che era stato raggiunto". Mouzalas ha poi puntato il dito contro i paesi del gruppo di Visegrad (Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia) i quali, ha rimarcato, non hanno mandato in Grecia una sola coperta per i rifugiati" o "un poliziotto per rafforzare Frontex". Se l'accordo per la redistribuzione dei profughi non entrerà in funzione, ha avvertito ieri il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, la Grecia rischia di diventare "un parcheggio" di migranti.

Intanto, con un voto a tarda notte, il parlamento sloveno ha dato il via libera all'impiego dell'esercito al confine per aiutare la polizia nel controllo del flusso di migranti. Il provvedimento, riferisce l'agenzia stampa slovena Sta, è stato approvato poco prima della mezzanotte, dopo nove ore di dibattito, con 69 voti favorevoli e 5 contrari. Il voto autorizza i soldati a svolgere funzioni di polizia per i prossimi tre mesi. I reparti di soldati sono già dispiegati sul confine da una settimana e al momento non è previsto l'aumento del loro numero. Fin dalla scorsa estate sono circa 500mila i migranti che hanno attraversato la Slovenia, con i suoi due milioni di abitanti il Paese più piccolo lungo la rotta dei Balcani.

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