Duecento combattenti, soprattutto assiri, per difendere le terre attorno a Mosul
I cristiani della piana di Ninive, nel nord dell'Iraq, hanno creato la loro prima forza paramilitare per contrastare l'avanzata dello Stato islamico (Is). Lo annuncia Albert Kesso, portavoce delle milizie Doekh Nawsha (letteralmente 'coloro che danno la loro vita'), una forza armata di oltre 200 combattenti, soprattutto assiri. Il loro compito è quello di pattugliare i villaggi cristiani nella piana di Ninive, a nord est di Mosul, conquistata a giugno dall'Is. ''Abbiamo creato questa forza per difendere le nostre terre sacre - ha detto Kesso - Sappiamo che abbiamo davanti dure battaglie''.
Dopo la conquista di Mosul, l'Is ha iniziato ad attaccare i cristiani, costringendo migliaia di famiglie ad abbandonare la città per recarsi nella vicina Dohuk nel Kurdistan iracheno o a Tilkif e Qaraqosh, zone controllate dai peshmerga. ''Qui sono tutti volontari, ma noi diamo loro uno stipendio mensile per le spese quotidiane'', spiega Kesso, che negli anni Ottanta era un ufficiale dell'esercito iracheno.
Principali finanziatori del gruppo sono amici e familiari in Europa e America. ''Siamo qui per via dei massacri compiuti dall'Is. Difenderemo senza dubbio le nostre terre. Ma un secondo dopo lo svanire della minaccia dell'Is, noi torneremo alle nostre vite'', ha dichiarato al sito di Rudaw.
Dopo aver conquistato Mosul, l'Is ha posto un ultimatum ai cristiani e agli altri non musulmani: convertirsi all'Islam, lasciare la città o pagare la cosiddetta ''tassa di protezione''. ''Abbiamo acquistato le armi al mercato non i nostri soldi'', spiega Majid Ilia, un tempo giornalista e ora responsabile mediatico di Doekh Nawsha.
