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Is chiese un riscatto e il rilascio di prigioniere per liberare l'ostaggio croato

13 agosto 2015 | 09.44
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Is chiese un riscatto e il rilascio di prigioniere per liberare l'ostaggio croato

I sequestratori del giovane croato preso in ostaggio in Egitto e di cui è stata annunciata la morte per decapitazione dai sostenitori dell'Is, avevano inizialmente chiesto il pagamento di un riscatto. A annunciarlo è stato il ministro degli Esteri di Zagabria, Vesna Pusic confermando che la vicenda ha visto il coinvolgimento di due gruppi, uno che ha sequestrato il giovane, l'altro che ha diffuso il video. "Tomislav Salopek ... è stato sequestrato il 22 luglio e otto giorni più tardi è stato chiesto un riscatto", ha affermato, senza precisare la cifra.

"Non ci sono stati contatti da parte dei suoi rapitori fino all'8 agosto, quando è stata divulgata la registrazione" che lo ritraeva in una situazione che lasciava pensare che fosse in mano allo Stato Islamico. Poi i sequestratori hanno chiesto il rilascio di donne islamiste in carcere, senza precisare quali, e la "formulazione vaga "era un cattivo segnale". "Se la richiesta non specificava quali donne, e il 99 per cento delle donne egiziane incarcerate è musulmana, c'era da concludere che non vi fossero richieste concrete".

Ieri è stata diffusa online una fotografia che ritraeva, secondo chi l'ha messa in rete, il corpo decapitato di Salopek. Il premier croato Zoran Milanovic ed il presidente Kolinda Grabar-Kitarovic hanno detto di non essere in grado di confermare che si tratti effettivamente del connazionale croato. "Ancora non siamo certi - ha detto oggi Pusic - che la persona nella foto sia Tomislav Salopek. Non abbiamo una conferma definitiva, né da parte nostra né da parte egiziana".

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