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Stilista palestinese Taslaq: "Politica internazionale faccia la sua parte per la pace"

16 ottobre 2023 | 16.43
LETTURA: 2 minuti

"Due Popoli due Nazioni unica soluzione possibile. Bombardamenti su Gaza? Non si esercita così il potere"

Lo stilista di origine palestinese Jamal  Taslaq
Lo stilista di origine palestinese Jamal Taslaq

"La politica internazionale faccia la sua parte per la pace. I popoli sognano di poter decidere del proprio destino e soprattutto di vivere in libertà e dignità. Ci deve essere un patto chiaro. Due Popoli, due Nazioni. E' l'unica soluzione, come è stato deciso, ma mai applicato. Non vedo altre strade possibili". Jamal Taslaq, celebre couturier di origine palestinese, con il suo atelier nella capitale, parla con l'Adnkronos del conflitto che sta incendiando il Medio Oriente.

"Sono originario dalla città di Nablus, uno dei territori occupati della Cisgiordania - aggiunge - Un conflitto che dura da 75 anni. Amo la vita, con la mia moda creo bellezza, quanto sta accadendo è disumano, atroce, la morte e la violenza su donne, bambini, anziani, una escalation agghiacciante che non risparmia i più indifesi. E poi non è vero - continua - che gli arabi e i musulmani odiano gli ebrei. Vengo da una città dove vivono gli ebrei più antichi, i samaritani, una piccola comunità di 600, 700 persone, il confronto continua ad essere per me fonte di grande ricchezza. Sono amico della grande cantante Noa. Ma quando ci vediamo o sentiamo siamo sopraffatti dalla tristezza".

E sui i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, Jamal Taslaq, non ha dubbi: "Vogliono ripetere la storia. Ma dal '48 a Gaza esistono già sette campi profughi. Ancora un'altra tragedia, non si possono bombardare persone innocenti che non c'entrano nulla con Hamas - dichiara ancora all'Adnkronos - Si vedono scene strazianti, la comunità internazionale ha le sue colpe, non si esercita così il potere".

Jamal Taslaq, insignito a Lecce del Premio Internazionale Manibus, aggiunge che la vera pace è legata alla libertà e alla dignità dei popoli. "Ma ognuno - ricorda - deve avere i propri diritti, bisogna rispettarsi, se vengono a mancare le regole basilari del vivere... scoppia l'intolleranza, la discriminazione, il razzismo. Le nostre città sono chiuse, non possiamo uscire perché siamo circondati dagli insediamenti dei coloni, le famiglie vivono come all'interno di prigioni, con limiti, barriere, confini, check point. Vivo da oltre 30 anni in Italia, mi ha dato la possibilità di realizzarmi come stilista - prosegue - Ritorno raramente nel mio Paese perché pur avendo il passaporto italiano è difficilissimo muoversi e viaggiare".

"Lo ripeto - confessa ancora Jamal Taslaq - nessuno di noi vuol fare del male al proprio fratello, ma le guerre creano solo odio, divisioni, serve rispetto e soprattutto dialogo. Le guerre del passato non ci hanno insegnato nulla. Iraq, Libia, Afghanistan, abbiamo perso tutti, nessuno è uscito vincente". Ma Jamal Taslaq, come molti palestinesi ed ebrei, vuole continuare a credere nella pace. "Era in programma nella Chiesa della Natività una sfilata di moda organizzata dal Consolato italiano. Farò di tutto per rifarla a Gerusalemme, città delle tre religioni. Sarà finalmente una buona notizia di pace".

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