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Ucraina, trovata intesa a Ginevra. ''Gruppi illegali depongano armi''

17 aprile 2014 | 19.46
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Ucraina, trovata intesa a Ginevra. ''Gruppi illegali depongano armi''

Ginevra, 17 apr. (Adnkronos/Ign) - "Tutte le formazioni armate illegali in Ucraina devono deporre le armi e gli edifici occupati illegalmente devono essere sgombrati". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, annunciando in una conferenza stampa a Ginevra, dove sono in corso i negoziati a quattro - Russia, Ucraina, Stati Uniti e Unione Europea -, che è stato firmato un documento per avviare la soluzione della crisi in Ucraina.

Lavrov ha anche invocato una amnistia per quanti sono stati coinvolti negli eventi delle ultime settimane, con l'esclusione dei responsabili di reati gravi. Il ministro degli Esteri russo ha poi rinnovato l'appello di Mosca a Kiev per una decentralizzazione della struttura amministrativa in Ucraina che tenga conto delle esigenze della minoranza russa.

Intanto, resta alta la tensione nel Paese. Il portavoce delle autorità di confine ucraine ha confermato che il governo ha deciso di limitare l'ingresso dei cittadini russi maschi, tra i 16 ed i 60 anni, a meno che il loro viaggio non abbia una motivazione valida. Le misure coinvolgono anche le donne tra i 20 e i 35 anni della penisola della Crimea che saranno soggette a particolari controlli. "A causa del pericolo di attività terroristiche, i controlli saranno rafforzati", ha spiegato.

Tre separatisti filorussi sono stati uccisi, altri 13 feriti e 63 catturati in uno scontro con le forze ucraine a Mariupol, vicino al Mar d'Azov, nella parte meridionale della regione di Donetsk. A renderlo noto è stato il ministro dell'Interno di Kiev, Arsen Avakov, secondo il quale un gruppo di circa 300 separatisti ha preso d'assalto con bombe incendiarie un'unità militare nella zona. I soldati hanno aperto il fuoco, uccidendo tre assalitori, ha reso noto, attraverso Facebook, il titolare dell'Interno.

L'uso della forza contro il popolo nell'Est dell'Ucraina è un altro "grave crimine" delle autorità di Kiev, ha detto Vladimir Putin nella Linea diretta con il Paese, avvertendo che la Russia ha "il diritto di usare la forza militare" per difendere le popolazioni dell'Ucraina russofone, ma "spero tanto di non dover usare questo diritto".

Rispondendo alle domande dei cittadini che hanno partecipato alla diretta televisiva, Putin ha usato termini molto duri contro il governo di Kiev, accusate di "andare verso l'abisso, trascinando l'intero Paese". Allo stesso tempo, però, Putin si è voluto mostrare convinto della possibilità che si possa arrivare a una soluzione diplomatica.

Il leader del Cremlino ha poi definito "sciocchezze" le notizie riguardo alla presenza di infiltrati russi tra i dimostranti nelle città orientali ucraine. "Tutte quelle persone sono residenti locali - ha aggiunto parlando dei dimostranti filorussi - e quello che posso dire ai miei partner occidentali è che quelle persone non hanno dove andare. Non se ne andranno. Sono i legittimi proprietari di quelle terre ed è necessario parlare con loro". Quanto alla Crimea, la Russia non ha mai pianificato l'annessione le azioni militari, ma ha agito per difendere la comunità russa locale da "minacce concrete e tangibili".

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