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Vaiolo scimmie, Oms: 3.200 contagi confermati, un morto

24 giugno 2022 | 09.28
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Il bilancio "dai primi 3 contagi senza viaggi all'estero, segnalati 6 settimane fa in Uk"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

"Poco più di 6 settimane fa, l'Oms è stata informata di un cluster familiare di 3 casi di vaiolo delle scimmie" nel Regno Unito, "senza alcun viaggio recente al di fuori" del Paese. "Da allora, più di 3.200 casi confermati e un decesso sono stati segnalati all'Oms da 48 Paesi inclusa la Nigeria, e in 5 regioni dell'Oms". Così il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha fatto il punto sui casi anomali di Monkeypox virus, in occasione della riunione del comitato chiamato a decidere se l'infezione va considerata un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (Pheic). Il responso potrebbe arrivare oggi.

I contagi registrati nei Paesi più recentemente colpiti "continuano a verificarsi principalmente tra uomini che fanno sesso con uomini e che hanno riferito di rapporti sessuali recenti con partner nuovi o multipli", ha sottolineato il Dg, evidenziando che "la trasmissione da persona a persona è in corso ed è probabilmente sottostimata. In Nigeria - ha rimarcato Tedros - la percentuale di donne colpite è molto più alta che altrove ed è fondamentale capire meglio come si sta diffondendo la malattia".

Il numero uno dell'Oms ha ricordato poi che "il vaiolo delle scimmie circola e uccide in Africa da decenni". Solo quest'anno, finora, "sono stati segnalati quasi 1.500 casi sospetti e circa 70 decessi in Africa centrale, principalmente nella Repubblica Democratica del Congo, ma anche nella Repubblica Centrafricana e in Camerun. Pochi di questi casi sono confermati e si sa poco delle circostanze" in cui sono avvenuti. "Sebbene l'epidemiologia e il clade virale in questi casi possano essere diversi, è una situazione che" per il Dg Oms "non può essere ignorata".

L'Oms chiede quindi "a tutti gli Stati membri di condividere le informazioni" sui casi di vaiolo delle scimmie "con noi. In altre epidemie, a volte abbiamo assistito alle conseguenze della mancata trasparenza dei Paesi, della mancata condivisione delle informazioni". Invece "abbiamo bisogno di cercare i casi, tracciare i contatti, fare indagini di laboratorio, sequenziare il genoma" virale "e attuare misure di prevenzione e controllo".

"Abbiamo bisogno di informazioni sui diversi cladi del virus - ha sottolineato il Dg - Abbiamo bisogno di definizioni chiare dei casi per aiutare a identificare e segnalare le infezioni, e abbiamo bisogno che tutti i Paesi rimangano vigili e rafforzino le loro capacità per prevenire la trasmissione del vaiolo delle scimmie". L'obiettivo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per la sanità è "supportare i Paesi nel contenere la trasmissione e fermare l'epidemia con strumenti di salute pubblica collaudati, tra cui la sorveglianza, il tracciamento dei contatti e l'isolamento dei pazienti infetti", ha ribadito Tedros.

Se "i maschi che fanno sesso con i maschi" restano "al momento i più colpiti da questi nuovi focolai di Monkeypox", il numero uno dell'Oms ricorda che "ci sono rischi di malattia grave per le persone immunocompromesse, le donne in gravidanza e i bambini", in caso di contagio. "Ed esistono anche alcuni rischi per gli operatori sanitari - precisa - se non indossano dispositivi di protezione individuale adeguati".

"Sebbene finora la maggior parte dei casi di vaiolo delle scimmie registrati nei Paesi recentemente colpiti" dall'infezione "sia stata identificata in uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, l'Oms ha chiesto una sorveglianza intensificata" non solo in questa comunità, ma "più ampia", ha puntualizzato Tedros.

"Abbiamo imparato molto dalle recenti epidemie, tra cui Covid-19 e Hiv: una delle lezioni più importanti - ha insistito il direttore generale dell'Oms - è che una delle risposte più efficaci è lavorare a stretto contatto con le comunità colpite, per predisporre insieme comunicazioni di rischio efficaci. Questo è quello che sta facendo l'Oms".

"Dobbiamo lavorare con i partner, comprese le comunità colpite - ha ribadito il Dg - per affrontare lo stigma, la discriminazione e la disinformazione in modo rapido e deciso. Abbiamo anche bisogno di lavorare insieme come comunità internazionale per generare i dati clinici necessari sull'efficacia e la sicurezza di vaccini e terapie contro il vaiolo delle scimmie, e assicurarne l'equa distribuzione".

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