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Assalto al Congresso Usa

"Violato il Ku Klux Klan Act", causa contro Trump e Giuliani

16 febbraio 2021 | 17.21
LETTURA: 2 minuti

L'azione legale principale organizzazione Usa per i diritti civili degli afroamericani anche contro due milizie di suprematisti

Afp
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La Naacp, la principale organizzazione americana per i diritti civili degli afroamericani, ha fatto causa a Donald Trump, Rudy Giuliani e a due milizie suprematiste bianche per l'insurrezione del 6 gennaio. Nella denuncia, sostenuta anche dal deputato afroamericano del Mississippi Bennie Thompson, si accusa l'ex presidente ed il suo avvocato di aver incitato, in collaborazione con le milizie di Proud Boys e degli Oath Keepers, l'assalto al Congresso per impedire il riconoscimento della vittoria elettorale di Joe Biden.

Trump e gli altri vengono accusati di aver violato il cosiddetto Ku Klux Klan Act, una legge che risale agli anni della ricostruzione dopo la guerra civile americana per proteggere sia gli ex schiavi afroamericani che i deputati del Congresso dalla violenza dei suprematisti bianchi. Secondo quanto anticipato da Politico anche altri deputati democratici, Hank Johnson e Bonnie Watson Coleman si uniranno nei prossimi giorni alla causa che viene presentata dopo che sabato scorso non sono stati raggiunti al Senato i 67 voti necessari a condannare Trump nel processo di impeachment.

"Se non cerchiamo di mettere sotto controllo la diffusione del terrorismo interno, questo consumerà la nostra nazione e la trasformerà in qualcosa che nessuno di noi potrà riconoscere", ha dichiarato il presidente della Naacp, Derrick Johnson, spiegando le ragioni per cui si è deciso di intervenire per evitare nuove insurrezioni e "atti di tradimento".

Come hanno fatto i manager dell'impeachment, nella denuncia si cita il discorso pronunciato da Trump nel rally davanti alla Casa Bianca come prova del modo in cui ha mobilitato ed indirizzato gli insorti contro il Congresso. E si afferma che, mentre iniziava l'insurrezione, Giuliani telefonava a deputati e senatori chiedendogli di "rallentare" il processo di certificazione dei voti del Collegio Elettorale.

Il deputato Thompson ha dichiarato di aver deciso di agire perché "se la maggioranza dei repubblicani al Senato ha abdicato al dovere di richiamare il presidente alle sue responsabilità, noi dobbiamo ritenerlo responsabile per l'insurrezione che ha così sfacciatamente pianificato".

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