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Violenza donne: assistenti sociali, investire in supporto e protezione

24 novembre 2014 | 17.16
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Contro la violenza di genere "una legge da sola non basta", dice Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali.

Roma, 28 novembre 2009. Manifestazione contro la violenza sulle donne (Foto Cristiano Camera/Adnkronos)
Roma, 28 novembre 2009. Manifestazione contro la violenza sulle donne (Foto Cristiano Camera/Adnkronos)

"Una legge da sola non basta. E’ fondamentale investire nell’educazione e nella prevenzione e, quindi, in un mutamento culturale rispetto alle differenze di genere per contrastare quello che nel nostro Paese ha ormai assunto dimensioni impressionanti". Così Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un fenomeno che "non conosce confini di appartenenza sociale, né di livelli di istruzione o di educazione e che ha assunto dimensioni drammatiche: l'anno scorso si è registrato un femminicidio ogni due giorni; è cresciuto del 25% al Sud, è raddoppiato al Centro, mentre al Nord va il triste primato delle uccisioni in famiglia".

"E’ grave - continua Mordeglia- il depauperamento delle risorse che penalizza chi, all’interno dei Centri antiviolenza e dei servizi alla persona, svolge preziose funzioni di assistenza sociale, legale e psicologica. Basti pensare a servizi come quelli di accompagnamento al lavoro, tramite cui le vittime di violenza possono conquistare autonomia".

"Come assistenti sociali - continua ancora - ci auguriamo che vengano nuovamente stanziati i fondi necessari per portare avanti servizi fondamentali nei confronti delle donne oltre a fondi specifici che permettano di offrire il sostegno e il supporto indispensabili alle vittime di violenza e di violenza assistita".

“Non dimentichiamo, infatti, anche le gravi conseguenze -ricorda Mordeglia- nei confronti dei figli che la violenza ai danni delle donne porta con sè: bambini che assistono ad aggressioni e a soprusi dei quali porteranno il segno nella loro vita di adulti. Ricordiamo anche l'importanza dell'effettività della pena e di efficaci misure di cura e reinserimento per chi agisce violenza".

“Una cultura di rispetto di genere - conclude Mordeglia - richiede, da ora, un impegno di tutti ancora maggiore e va alimentata in tutti i modi e in tutti i luoghi di crescita dei bambini di oggi affinché, domani, divengano adulti non violenti, persone in grado di attivarsi e di non subire violenza a causa di pesanti retaggi culturali e ambientali”.

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