Il welfare aziendale è in piena evoluzione e si conferma uno dei temi rilevanti del futuro. Emerge dal primo Rapporto nazionale 2016 Welfare Index Pmi, realizzato attraverso una ricerca condotta su 2.140 aziende dei tre settori produttivi: industria, commercio e servizi e agricoltura e presentato oggi a Roma.
Il rapporto, realizzato da Innovation Team, è promosso da Generali Italia, con la partecipazione di Confagricoltura e Confindustria, e con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri: il Welfare Index Pmi è l’indice che misura il livello di welfare aziendale nelle Pmi italiane, con l’obiettivo di diffonderne la cultura. Dieci le aree d’intervento prese in considerazione: previdenza integrativa, salute, assicurazioni per dipendenti e famiglie, tutela delle pari opportunità e sostegno ai genitori, conciliazione lavoro-famiglia, sostegno economico ai dipendenti e alle loro famiglie, formazione e sostegno alla mobilità delle generazioni future, sicurezza e prevenzione, sostegno ai soggetti deboli e integrazione sociale, welfare allargato al territorio.
Il 45% delle aziende intervistate risulta attivo in almeno uno di questi ambiti e l’11% è molto attivo, perché realizza iniziative in più di 6 ambiti a favore dei propri dipendenti. Inoltre, risulta che le Pmi possono essere classificate sulla base di cinque diversi approcci al welfare aziendale: 'Vita e lavoro' (21% del totale), 'Inclusivi' (9,5%), 'People care' (10,8%), 'Attuatori' (48%), 'Beginner' (10,7%).
Complessivamente, le aree di welfare più utilizzate dalle imprese sono raggruppabili in tre tipologie: 1) iniziative per la gestione del personale: formazione e sostegno alla mobilità (64,1%), assicurazioni per dipendenti e famiglie (53%), sostegno economico ai dipendenti (46,2%); 2) iniziative classiche di welfare complementare: previdenza integrativa (40,4%), salute (38,8%), sicurezza e prevenzione (38%); 3) iniziative più innovative: pari opportunità e sostegno ai genitori (18,5%), welfare allargato al territorio (15%), integrazione sociale (14,1%) e conciliazione vita lavoro (4,9%).
Le motivazioni che spingono le Pmi a intraprendere iniziative di welfare aziendale sono risultate principalmente due: la gestione del personale, e quindi il benessere dei dipendenti per migliorarne la soddisfazione e la produttività, e la sostenibilità nel lungo termine del successo aziendale, unita ad aspetti reputazionali.
Gli incentivi fiscali emergono in ogni caso come determinanti: il 35% delle aziende afferma di aver effettuato i rilevanti investimenti di risorse aziendali compensati dai risparmi fiscali.