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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

25 gennaio 2016 | 10.14
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"Ci sarà anche Tiziano Treu tra gli esperti che daranno una mano al prossimo sottosegretario della presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, l'economista della Bocconi prestato allo staff di Palazzo Chigi, che il premier Matteo Renzi ha deciso di promuovere, con l'incarico di occuparsi, tra l' altro, anche delle tematiche legate al mercato del lavoro e all' assistenza. Ovviamente "in collaborazione e in armonia con il ministro del Lavoro", Giuliano Poletti, sottolineano alla presidenza del Consiglio". Lo scrive Enrico Marro sul Corriere della Sera.

"Fra i nostri obiettivi c' è quello di creare una società finanziaria che eroghi prestiti e garantisca i servizi accessori così come prevede la legge. Ci vorrebbero partner finanziari come i fondi comuni specializzati in microcredito, disposti a entrare nel capitale della società. Abbiamo dei contatti in corso". Mario Baccini, presidente dell'Ente nazionale per il microcredito (Enm), lo dice al Sole 24 Ore. "Ci sono due tipi di microcredito, quello sociale e quello produttivo, rivolto alla creazione di imprese. Il secondo. Sono prestiti a persone non bancabili, ovvero a soggetti che non otterranno mai un prestito da un istituto di credito perché non possono offrire garanzie. La differenza fondamentale con i piccoli prestiti sono i servizi aggiuntivi: formazione, tutor, monitoraggio dell'azienda. Se non vi sono questi servizi siamo fuori dal microcredito".

Le spese della Camera dei deputati, scrive il Messaggero, sono state ridotte di appena 19 milioni di euro, meno dell'1% rispetto al 2015, la barberia si è salvata ancora nonostante un deficit di oltre 400 mila euro e sette barbieri retribuiti con stipendi dai 30 ai 136 mila euro l' uno. "Abbiamo deciso di salvarla ma di tagliare ulteriormente i costi riducendo personale e orari del servizio", spiega al quotidiano il deputato questore Paolo Fontanelli (Pd). "Dopo l' adeguamento dei prezzi rispetto all' esterno, la barberia non deve essere considerata un privilegio ma un servizio che per molti deputati è importante, non tanto per risparmiare denaro come avveniva in passato, ma per non sottrarre il tempo al lavoro parlamentare quando sono a Roma".

Alberto Muraglia, il dipendente del comune di Sanremo licenziato perché timbrava (in mutande) e poi tornava a casa, spiega a La Repubblica come sono andate le cose. "Il mio alloggio, dove vivo con la mia famiglia, il mio ufficio e la timbratrice sono nello stesso edificio. In tutta la mia carriera sono stato costretto a timbrare in slip in sei occasioni, tutte festive, quindi quando il mercato comunale è chiuso", dice. Costretto perché "nei festivi c' era la necessità di stringere i tempi per la rimozione di veicoli che ostacolavano il posizionamento dei banchi del mercato dell' antiquariato. Altre volte, tornando dal servizio sotto la pioggia in occasione della corsa ciclistica Milano-Sanremo del 2014, l' ho fatto per non attraversare casa bagnato fradicio".

"Una misura demagogica, strumentale, mediatica. E del tutto inutile". Lo dice Barbara Casagrande, segretario generale di uno dei sindacati della dirigenza pubblica, l'Unadis, a 'La Stampa'. "Siamo molto sorpresi e amareggiati. Ma come? Solo l' anno scorso abbiamo segnalato situazioni che hanno portato al licenziamento di circa 200 persone nelle amministrazioni. La norma già in vigore dice che il dirigente che non segnala un fatto da sanzionare di cui sia a conoscenza, è punibile con la sospensione fino a tre mesi e la mancata corresponsione della retribuzione di risultato".

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