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Vino: Fipe e Federvini insieme per #Beremeglio

27 giugno 2016 | 15.16
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Vino: Fipe e Federvini insieme per #Beremeglio

Si chiama #Beremeglio il progetto lanciato da Federvini, Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Vini Spumanti, Aperitivi, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed Affini, e Fipe Federazione Italiana Pubblici Esercizi, e ha l'obiettivo di promuovere una cultura del bere di qualità su tutto il territorio nazionale.

Un consumo di bevande alcoliche di qualità, spiegano i promotori del progetto, significa prima di tutto consumo di qualità, consapevole e responsabile, "bere mediterraneo", dove all'abuso si previene puntando sulla diffusione di buone pratiche di servizio, conoscenze professionali e "cultura del bere". Un nuovo modo di vivere le bevande alcoliche che da oggi prende forma proprio nei luoghi a loro più congeniali: al bancone del bar, oppure nelle tante vinerie, trattorie, osterie, ristoranti, enoteche, di cui il nostro Paese è ricco.

Le due federazioni si fanno dunque carico di un progetto di responsabilità sociale, diventando promotrici di una cultura del bere meglio, e quindi responsabilmente, attraverso l'attivazione di specifici corsi di formazione per i gestori e gli addetti nei pubblici esercizi dello Stivale. Fipe e Federvini mettono a disposizione delle istituzioni e del Ministero della Salute il progetto che, quando avrà ricevuto il patrocinio a livello governativo, potrà incrementare la propria portata coinvolgendo oltre 360mila operatori su tutto il territorio italiano che diventeranno di fatto "Master del consumo responsabile e di qualità” nei confronti della clientela, aggiornando le proprie competenze professionali imparando anche a gestire situazioni potenzialmente critiche, legate ad un consumo eccessivo di bevande alcoliche all'interno dei propri locali.

Nel progetto di Fipe e Federvini l'esercente di bar e ristoranti è il promotore di una cultura di qualità, di responsabilità e di moderazione nei confronti dei propri clienti, grazie ad un'approfondita preparazione professionale, ad un programma di corsi di formazione sul territorio e ad una guida articolata in diversi punti.

Tra gli aspetti importanti di #Beremeglio figura ad esempio la scelta di alcolici di qualità per esempio nella preparazione dei cocktail, che danno gusto al mix a fronte di un minore quantitativo utilizzato per la sua preparazione. Un altro aspetto importante è la promozione di uno stile di consumo "mediterraneo", dove il vino e la bevanda alcolica in generale viene sempre concepita in abbinamento con il cibo, in un'ottica di convivialità piuttosto che di consumo sregolato, come avviene, per esempio, in un contesto nord europeo.

Tra gli aspetti fondanti del processo formativo, l'approfondita conoscenza delle bevande alcoliche offerte ai clienti, delle loro caratteristiche, nonché di tutte le regole di riferimento; la consapevolezza degli effetti dell'alcol e dei vari stadi di ebbrezza per capire fin da subito le condizioni di un cliente potenzialmente problematico; la gestione di situazioni "a rischio" come ad esempio nel caso di litigi o gruppi numerosi di persone con nozioni che non trascurano elementi di psicologia, prossemica e speaking per adottare il comportamento più adatto a seconda dei diversi scenari.

Inoltre, ci sono consigli utili per rendere il proprio locale più confortevole e atto ad accogliere un'offerta di prodotti improntata alla qualità, della merce e del servizio; piccoli "trucchi" per accompagnare la clientela alla fine della serata in prossimità dell'orario di chiusura evitando possibili incidenti di percorso.

#Beremeglio ha visto, prima del lancio a livello nazionale, una fase pilota in collaborazione con Appe Padova che ha riscosso ottimi risultati e un grande apprezzamento da parte degli esercenti, in un territorio che conta 4.332 pubblici esercizi attivi nel 2014 per un volume d'affari di 655 milioni di euro, dei quali 143,5 milioni di euro derivano dalla vendita e somministrazione di bevande alcoliche (840,9 milioni di euro nel Veneto). Il progetto ha coinvolto per il 42,2% i ristoranti, i bar (23,3%), gelaterie (3,3%), pasticcerie (4,4%), e un 26,7% di altre attività commerciali tra cui birrerie, pizzerie, alberghi, sale giochi e discoteche.

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