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Lavoro: consulenti, 29mila posti disponibili ma nessuno li cerca

25 giugno 2015 | 15.48
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Al 'Festival del lavoro' diffusi i dati sui profili più ricercati e le analisi su buste paga e decreto sulle tipologie contrattuali, con l'annuncio degli ultimi provvedimenti attuativi e il sondaggio sul Jobs act, ma anche una 'bussola' per i giovani, una guida al percorso universitario e consigli per over 50. Presentata la start up per il matching che evidenzia i settori più gettonati

Lavoro: consulenti, 29mila posti disponibili ma nessuno li cerca

Sono 29.000 i posti di lavoro disponibili, nel solo primo trimestre del 2015, che le aziende offrono, ma che nessuno cerca. Questi i dati raccolti da un sondaggio fatto presso gli iscritti all'Ordine dei consulenti del lavoro, che in sostanza confermano la tendenza riscontrata nell'indagine avvenuta ad agosto 2014. I risultati e le tipologie di lavoro ad oggi disponibili sul territorio saranno oggetto di analisi nel corso del 'Festival del Lavoro', in programma da oggi a sabato, presso il Teatro Massimo di Palermo.

Secondo un approfondimento della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro, il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni è ai massimi storici dal 1970, con percentuali che superano i 40 punti; 3 milioni sono i disoccupati e più in generale gli inattivi dal lavoro sono circa il 73% nella fascia d'età tra i 15 e 24 anni. Eppure, nonostante i numeri disastrosi che descrivono il sistema lavoro in generale, sostengono i consulenti, il lavoro non sembra mancare, soprattutto per quei mestieri da svolgere manualmente: i cosiddetti 'posti in piedi'.

Tracciando un quadro di quali siano i lavori ricercati, nel corso del 2014, emerge che le pizzerie, i panifici, le gelaterie e le pasticcerie hanno avuto sempre più difficoltà nel trovare nuovi dipendenti.

La difficoltà di reperire personale esperto nel settore ha costretto i gestori ad 'accontentarsi' di assumere del personale non attualmente qualificato e a fornire formazione adeguata, con conseguente dispendio di fondi, si sottolinea, in modo da riallineare le competenze del dipendente a quelle necessarie per garantire l'idonea qualità nell'offerta aziendale.

Diversa, invece, la situazione nel settore agricolo dove si assiste a un duplice fenomeno: da un lato, nei primi mesi del 2015 è aumentato il numero di aziende agricole guidate da giovani under 30 e sono emerse nuove figure legate al 'made in' (sommelier, birraio a chilometri zero, affinatore di formaggi, food blogger, idro-geologo, climatologo); dall'altro, a contrasto di questo positivo fenomeno, però, vi sono i dati legati alla difficoltà di reperire lavoratori meno specializzati, come i raccoglitori stagionali di frutta e ortaggi (40% dei posti sono rimasti vacanti) o i trebbiatori, mungitori e tagliatori di pellame.

Insomma, concludono i consulenti del lavoro, "una serie di dati che vanno in controtendenza alla crisi di occupazione che investe la nostra nazione; se da un lato il non lavoro sta diventando sintomatico, dall'altro non esistono disoccupati specializzati e quindi bisogna puntare su una formazione mirata a ciò che le aziende effettivamente richiedono".

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