"L'ipotesi di un 'pacchetto generico' anche per le bevande alcoliche, come per i prodotti di tabacco, è solo una provocazione: nessun legislatore arriverebbe mai a questo. Una misura non fattibile, non efficace e oltretutto incompatibile con le attuali normative Ue sugli obblighi delle diciture in etichetta per gli alcolici". Lo afferma a Labitalia Filippo Terzaghi, direttore di Assobirra, l'Associazione degli industriali della birra e del malto.
"I produttori - ricorda - sono tenuti proprio da normative europee a indicare in etichetta una serie di informazioni: nel nostro caso, di che tipo di birra si tratta, chi la produce e via dicendo. Poi, immaginiamoci un consumatore di fronte a una bottiglia dove non si dice quello che contiene: arriviamo all'estremismo che non posso sapere quello che voglio comprare".
"Se poi parliamo dei rischi per la salute, vorrei ricordare che molti produttori nostri associati - sottolinea il direttore di Assobirra - già inseriscono in etichetta simboli che li segnalano. E, comunque, nei paesi in cui questo avviene da anni, non si è ottenuto il risultato di ridurre l'incidenza dei rischi per la salute. Poi, gli alcolici non sono certo assimilabili alle sigarette da questo punto di vista, in quanto per un bevitore moderato la speranza di vita addirittura aumenta".
